Una nuova frontiera terapeutica: congelare il cancro per eliminarlo, senza cicatrici
Una “palla di ghiaccio” per uccidere il tumore al seno, evitando bisturi, cicatrici e ricoveri lunghi. È questa la nuova frontiera della chirurgia oncologica mininvasiva che arriva dall’Istituto Europeo di Oncologia (IEO) di Milano, dove gli specialisti stanno sperimentando con successo la crioablazione, una tecnica innovativa che sfrutta il gelo per distruggere selettivamente le cellule tumorali.
Durante l’evento annuale “IEO con le donne”, il professor Paolo Veronesi, direttore del Programma Senologia dell’Istituto fondato da Umberto Veronesi, ha presentato i risultati e le prospettive della nuova terapia. Un trattamento in grado di cambiare il paradigma delle cure per il tumore al seno: da chirurgia invasiva a trattamento ambulatoriale, personalizzato e indolore.
Crioablazione: cos’è e come funziona il trattamento con il gelo
La crioablazione del tumore al seno si basa sull’inserimento di una sonda millimetrica sotto guida ecografica direttamente nella massa tumorale. L’ago rilascia azoto liquido a -190°C, formando una sfera di ghiaccio che avvolge il tumore fino a un diametro di 4 cm. Alla temperatura di -40°C, considerata citotossica, le cellule tumorali vengono completamente distrutte.
Il trattamento, spiega il dottor Franco Orsi, direttore della Radiologia Interventistica dell’IEO, si svolge in Day hospital ed è composto da tre fasi: due cicli di congelamento separati da una fase di scongelamento. Non lascia cicatrici, non modifica l’aspetto del seno, e permette il ritorno a casa in meno di un’ora.
Chi può essere trattata con la crioablazione?
Attualmente, il trattamento è riservato a donne sopra i 50 anni con tumori della mammella di piccole dimensioni (entro i 15 mm). Le pazienti vengono selezionate dopo approfondita diagnosi tramite ecografia e biopsia. I dati raccolti finora dimostrano un’elevata efficacia terapeutica, con un tasso di recidiva estremamente basso, destinato a scendere ulteriormente grazie alla combinazione con radioterapia post-trattamento.
Un’opportunità anche per l’immunoterapia
Studi europei e statunitensi stanno evidenziando un ulteriore effetto positivo della crioablazione: la possibilità di attivare il sistema immunitario. La distruzione del tumore in situ, infatti, produce frammenti tumorali che possono stimolare una risposta anticorpale, aprendo nuove strade alla combinazione con immunoterapie.
L’IEO è attualmente l’unico centro europeo a condurre uno studio clinico dedicato alla crioablazione del tumore al seno, con l’obiettivo di definire protocolli, follow-up e combinazioni terapeutiche future.
Verso una medicina personalizzata, efficace e meno invasiva
“La chirurgia del futuro sarà sempre più conservativa, e in molti casi potrà essere sostituita da terapie mediche e ablative”, sottolinea Veronesi. “Già oggi parliamo di de-escalation terapeutica, in cui l’obiettivo non è solo la guarigione, ma anche la qualità della vita.”
In Italia vivono oltre 834.000 donne che hanno ricevuto una diagnosi di tumore al seno, e il numero è destinato a crescere. Il tasso di sopravvivenza a 5 anni è ormai intorno al 90%, grazie al progresso delle terapie. Tuttavia, oltre l’11% delle pazienti ha meno di 40 anni: donne giovani che hanno davanti a sé una vita intera, e per le quali ogni cicatrice fisica o psicologica pesa.
Il futuro è già qui, ed è senza bisturi
L’innovazione portata dalla crioablazione segna un passaggio epocale nella cura del tumore al seno, rendendola più umana, personalizzata e compatibile con le esigenze di vita delle pazienti. Un approccio che riflette pienamente l’eredità scientifica e umanistica di Umberto Veronesi, a cento anni dalla sua nascita.