Nuove prospettive per la nanotecnologia grazie alla modellistica teorica avanzata
Un team di ricercatori dell’Università degli Studi della Tuscia ha pubblicato un nuovo studio che apre scenari decisivi per lo sviluppo delle macchine molecolari del futuro. Attraverso simulazioni ad altissima precisione condotte su piattaforme di supercalcolo, i ricercatori hanno identificato i meccanismi fondamentali che regolano il movimento dei rotassani, strutture supramolecolari considerate tra i candidati più promettenti per applicazioni in nanotecnologia, sensoristica e memorie molecolari.
Rotassani: modelli dinamici per la nanotecnologia del futuro
Il lavoro si focalizza su un [2]rotassano, complesso molecolare formato da un anello (macrociclo 24-crown-8) intrecciato meccanicamente attorno a un filo molecolare dotato di due stazioni simmetriche di benzimidazolo, collegate a un nucleo di 2,2’-bipiridile.
L’architettura del rotassano consente movimenti reversibili lungo il filo, rendendola un prototipo ideale per:
- interruttori molecolari
- nanomotori
- dispositivi di archiviazione dati su scala atomica
Per descrivere quantitativamente queste dinamiche, i ricercatori hanno utilizzato:
- simulazioni di dinamica molecolare (MD) per ricostruire il movimento in soluzione;
- calcoli quantomeccanici DFT (Density Functional Theory) per modellare le interazioni elettroniche responsabili del comportamento conformazionale.
Il risultato è una rappresentazione fedele del panorama energetico che guida il movimento dell’anello lungo il filo molecolare a temperatura ambiente in diclorometano.
Bloccare il movimento: il ruolo del platino nel controllo molecolare
Uno degli aspetti più innovativi dello studio riguarda la possibilità di arrestare il movimento naturale del macrociclo.
In presenza di PtCl₂ in DMF, il complesso assume una forma traslazionalmente inattiva, poiché il platino si coordina al sito chelante della bipiridile.
Questa configurazione è stata analizzata tramite:
- descrittori QTAIM (Quantum Theory of Atoms in Molecules),
che hanno permesso di caratterizzare in profondità le interazioni responsabili della stabilità del sistema in forma “bloccata”.
L’abilità di intervenire sul movimento di un rotassano viene considerata un passo cruciale verso la progettazione di macchine molecolari controllabili, programmabili e integrate in dispositivi reali.
Dalla teoria alla progettazione di dispositivi nanotecnologici
“I rotassani rappresentano una classe fondamentale di molecole per interruttori, sensori e sistemi di stoccaggio dell’informazione su scala nanometrica. Comprenderne il comportamento mediante modellistica teorica è essenziale per progettare architetture sempre più sofisticate”, spiega il dott. Costantino Zazza, ricercatore del Dipartimento DIBAF dell’Università della Tuscia.
Secondo Zazza, le piattaforme di supercalcolo offrono contesti unici per testare algoritmi avanzati e studiare sistemi caratterizzati da elevata flessibilità e complessità molecolare.
Prospettive: un futuro costruito su simulazioni multi-scala
Lo studio dimostra come un approccio computazionale multi-scala, che integra dinamica molecolare classica e calcoli quantomeccanici, sia in grado di:
- spiegare i meccanismi alla base del funzionamento di architetture supramolecolari complesse;
- accelerare lo sviluppo di nanodispositivi funzionali, capaci di operare come macchine molecolari intelligenti.
Il lavoro dell’Università della Tuscia rappresenta quindi un contributo significativo all’avanzamento della nanotecnologia molecolare, un settore destinato a rivoluzionare elettronica, sensoristica e informazione su scala atomica.



