Su Science of total enviroment, un giornale scientifico in campo ambientale è stato pubblicato uno studio dell’Università di Pisa sull’impatto nell’ambiente marino delle buste ecologiche di bioplastica di nuova generazione.
La conclusione non molto confortante è che la biodegradabilità c’è ma fino ad un certo punto, visto che il tempo necessario per smaltire queste buste ecologiche da parte dell’acqua marina è di circa sei mesi; senza dimenticare poi che la plastica biodegradabile di cui sono fatte può comunque alterare lo sviluppo delle piante e modificare alcune importanti variabili del sedimento marino come per esempio ossigeno, temperatura e pH. Per effettuare le ricerche è stato ricreato un ecosistema in miniatura per analizzare i potenziali effetti diretti o indiretti dell’immissione nell’ambiente marino delle nuove buste ecologiche in bioplastica. Come specie modello i ricercatori hanno selezionato due piante acquatiche tipiche del Mediterraneo, la Cymodocea nodosa e la Zostera noltei, valutando la loro risposta a livello di singola specie e di comunità rispetto alla presenza nel sedimento della bioplatica compostabile Lo studio è importantissimo in prospettiva:infatti dopo l’entrata in vigore dell’obbligo di utilizzo dei sacchetti di plastica biodegradabile nei punti vendita la loro diffusione aumenterà sicuramente nei prossimi anni fino a raggiungere livelli simili a quelli delle buste tradizionali..