Galoppo. Capannelle rivive il fascino del Derby numero 129

ROMA – Il derby  di galoppo, la  corsa italiana più prestigiosa dell’anno, arriva a quota 129. Più di cento anno ma non li dimostra. La corsa che domenica rinnoverà il suo antico prestigio nell’ippopdromo di Capannelle mantiene intatto il suo fascino.

Un trofeo tra i più ambiti nel mondo, la galoppata sui 2200 con 550.000 euro di premi, ha richiamato , di fatto, il meglio dell’ippica non solo italiana. Da Newmarket, Inghilterra, arriverà direttamente a Fiumicino il fantino numero uno del mondo,Lanfranco Dettori. Cinque corse nell’ippodromo inglese poi subito in Italia, a Roma, Capannelle, un ippodromo che malgrado le difficoltà che sta vivendo il mondo ippico, regge  ancora, richiama pubblico e grandi campioni, fantini e cavalli. Dettori sarà in sella al grande favorito, Real Solution, un newyorkese di proprietà di Kenneth Lee Ramsey, romano di adozione, allenato da un altro “grande” dell’ippodromo romano, Giancluca Bertolini.  Dettori, “Frankie” per gli aficionados degli ippodromi di tutta Europa e anche oltre, al Derby, al via alle 17,35, sarà impegnato in altre corse. Dettori ha già vinto il Derby con il tre anni Mukilif qualche anno fa,interrompendo una serie di vittorie di fantini giunti da ogni parte del mondo. Dal 2002 i fantini italiani sono tornati a prevalere in questo corsa che ha una origine del tutto singolare.In ogni paese in cui si disputano corse di cavalli, ma poi questa parola ha avuto una larga estensione ad altri sport,  quella più importante si chiama  “ Derby”.Bisogna risalire al 1780 per rinvenire le origini della corsa quando   il dodicesimo Conte di Derby, lord Edward Stanley,  vinse al lancio della moneta – contro sir Charles Bunbury – la possibilità di dare il proprio nome alla corsa di 2.400 metri, che aveva appena ideato insieme ad alcuni amici e che doveva essere disputata ad  Epsom nel   Surrey. In Italia la sede storica di questa corsa che laurea il miglior tre anni dell’anno è sempre stata Capannelle, dove hanno vinto tantissimi grandi campioni, ma mai il più grande, Ribot, perché non era nato in Italia. E’ la storia di un campione, considerato il più grande galoppatore di ogni tempo, che merita sempre di essere ricordata anche perché Ribot mise piede a Capannelle ma per una sfilata d’onore e, magari in combutta con il suo fantino, grande amico, Enrico Camici, lo buttò giù dalla sella. Chi c’era dice che i due erano d’accordo. Ribot era nato nel febbraio del 1952 sui prati di Newmarket, fattrice Romanella, vincitrice a due anni del Criterium nazionale, padre un grande campione, Tenerani, vincitore del Derby del 1947. Il cavallino era proprio brutto, piccolo, un brutto anatroccolo, che però strapazzava tutti e vinceva sulle piste di ogni parte del mondo. Comunque all’anagrafe Ribot risultava di genitori, proprietà, allevamento e allenamento italiano, ma non  poté mai partecipare al Derby Italiano, in quanto la madre gravida non era stata inspiegabilmente iscritta alla corsa probabilmente e neanche alle altre grandi corse italiane. Anche questo episodio fa  del Derby una corsa che mantiene intatto il suo fascino.

 Il percorso non è più quello di un secolo fa,le tribune erano spostate rispetto alle attuali, .Capannelle, si è trasformato per sopravvivere, le manifestazioni si susseguono, i fanno feste da quella della cioccolata  a quella del vino, spettacolo. Ma la gran giornata dell’ippodromo è il Derby. Quest’anno Dettori riprova a vincere, oltre a partecipere anche ad altre galoppate:alle 15.40 avrà il primo ingaggio nel Premio Carlo D’Alessio (Gruppo 3, 2.400 m), a seguire sarà in sella nel Premio ITS – Tullio Righetti, nel Derby e nel il Premio Tudini (Gruppo 3, 1.200 m) alle 18.10.  Il Derby sarà accompagnato come ogni anno da prove di alto livello,in programma 9 corse.
 
 
 Se inserisci la foto di dettori occorre citare Hippogroup Roma Capannelle/Stefano Grasso

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