Scudetto alla Juve, grazie all’Inter che batte il Milan (4 a 2)

ROMA – Un ping pong fra due stadi dove si decide chi si aggiudicherà la scudetto di questo campionato di calcio dove se ne sono viste di tutti i colori.

A Trieste la Juventus  non può sbagliare contro il Cagliari che gioca in “trasferta” perché il campo nel capoluogo della regione sarda non è agibile. A Milano non possono sbagliare sia l’Inter se vuole mantenere un barlume di speranza per la corsa al terzo posto e, di conseguenza, alla partecipazione alla Champion che il Milan, se vuole tentare fino all’ultimo la scalata per ripetere lo scudetto dell’anno passato. Finisce che chi resta scornato in questo ping pong seguito con trepidazione dalle rispettive tifoserie, salvo quella cagliaritana che non ha più niente da chiedere al campionato, è proprio il Milan di Berlusconi.  Secca la sconfitta, malgrado qualche favore da parte dell’arbitro forse per riparare qualche precedente ingiustizia, così dice l’allenatore  dei rossoneri, Allegri. L’Inter che i milanisti si trovano davanti è quella delle grandi occasioni. Stramaccioni  è riuscito a richiamare l’orgoglio della grande squadra che con Mourinho ha vinto tutto.

 

Milito ha segnato nei primi minuti. Ci poteva stare un raddoppio ma l’arbitrro ha negato ai nerazzurri un gol che ci stava tutto perché  Abbiati ha respinto il pallone quando era già dentro la porta. Ma si sa come va il mondo del calcio. Anche a Trieste la Juventus ha cercato di mettere al sicuro la partita con un gol di Vucinic in dubbio fuorigioco. Euforia sugli spalti trriestini ma ci ha pensato l’arbitro che si è inventato un rigore a favore del Milan per una uscita di Julio Cesar che era proprio sul pallone. Ibrahimovic piazza il pallone sul dischetto, il portierone interista gli si avvicina e gli dice che non segnerà. Ibra lo guarda in cagnesco.. Poi prende la rincorsa e segna. Te le dicevo che andava dentro, dice rivolgendosi al suo vecchio compagno Cesar. Fine del primo tempo. A Trieste la Juve conserva il vantaggio malgrado il Cagliari si dia da fare. Si riparte. Ancora Ibra che dopo il rigore segnato si sveglia e segna subito facendo secco Samuel.

 

Si mette male. I nerazzurri  già innervositi per l’operato dell’arbitro sembrano perdere la bussola, la partita diventa fallosa, quasi una corrida. Poi Stramaccioni li richiama alla calma. Si può ancora vincere, dice. Arriva anche per l’Inter il rigore  e Milito non sbaglia. La partita sembra chiusa. A Trieste la truppa juventina scalpita,  da lontano tifa Inter. Anche un pareggio assicura lo scudetto ai bianconeri di Conte. Entra Pazzini, mette scompiglio nella difesa rossonera, conquita un altro rigore. Ancora Milito, tiro , rete. Ormai il gioco è fatto. A Trieste il Cagliari non si rassegna ma la Juve controlla la partita. Poi con  un banale tocco,  Canini segna una autorete che vale lo scudetto. A Milano però non è finita. Dopo uno straordinario tiro di Sneijder da metà campo parato a stento da Amelia, Maicon lascia partire un calcione imparabile, un gol di quelli che restano nella storia del calcio. E’ finita, 4 a 2. Scudetto alla Juventus, Milan secondo, Inter ancora in lotta per il terzo posto insieme a Udinese che ha battuto il Genoa, non ancora sicuro della salvezza, la Lazio che è andata a vincere a Bergamo e il Napoli  che, pur sconfitto dal Bologna  può ancora farcela. Quella più vicina alla terza piazza sembra l’Udinese. Me nel calcio italiano può succedere di tutto.

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