Roma, che delusione !
Che la dodicesima giornata non fosse di quelle da ordinaria amministrazione lo si era previsto per via dello scontro fra le seconde, per designare chi dovesse essere la più diretta inseguitrice della capolista Roma. Ma che potesse riservare la più clamorosa delle sorprese – la Roma fermata dal Sassuolo – questo nessuno l’avrebbe mai creduto. La capolista, andata in vantaggio grazie al più classico degli autogol, riesce a sciupare alcune occasioni per chiudere il risultato e all’ultimo secondo dell’ultimo minuto di recupero viene raggiunta dal giovanissimo Berardi, ironia della sorte, di proprietà della Juve, alla quale consente di rosicchiare altri due punti, riducendo, così il vantaggio ad un misero punticino contro i cinque di due settimane fa. Certo, fra i giallorossi, ci sono diverse recriminazioni per l’arbitraggio del giovane Giacomelli, troppo benevolo verso il gioco difensivo del Sassuolo, ma questa non rappresenta una scusante ad un dato di fatto ormai acquisito: la Roma , senza Totti e Gervinho, non è più la stessa, scintillante, della prima decade di campionato. Basti dire che, con gli attuali assenti, la media dei gol era di due a partita senza subirne alcuno, nelle ultime due, si è ridotta a uno, peraltro sempre pareggiato. Nel frattempo, la Juve,recuperati ben quattro punti, adesso, ha ripreso a far paura.
La sosta del campionato per la Roma appare provvidenziale per ricaricare le batterie e verificare se riuscirà a tenere lo scatenato ritmo dell’undici di Conte, ritornato ad essere affamato di vittorie.
Juve, che roba !
Lo spareggio fra le seconde si è concluso con un esito che non si presta a commenti non solo nel risultato (3-0 per la Juve) ma anche da quanto visto in campo. La squadra di Conte con un avvio scoppiettante ha letteralmente stordito l’avversario con un gol (in fuorigioco) dopo due minuti, risparmiandone almeno altri due, controllando la reazione dell’avversario, venuto fuori solo nella ripresa, per poi stordirlo con due gol capolavoro da fermo di Pirlo e Pogba da strabuzzare gli occhi. Il Napoli, al di là di più o meno legittime contestazioni alla terna arbitrale, ha dimostrato di non essere in grado di reggere l’urto juventino e la sua tardiva reazione, solo grazie a qualche spunto di Insigne perché Higuain non ha inciso, è risultata comunque sterile. Da questo partita si esce con una Juve ritornata ai livelli passati e con un Napoli ridimensionato; andando oltre nelle valutazioni c’è, poi, da aggiungere che la squadra di Benitez è risultata entrambe le volte perdente nei due scontri diretti con le sue maggiori concorrenti e, per di più, incassando cinque gol a zero. Qualche riflessione di natura tecnica si impone in casa partenopea..
Inter, vittoria per Moratti e Zanetti
Vittoria scontata dell’Inter sul Livorno, anche se maturata, alla mezz’ora del primo tempo, da una clamorosa papera del giovane portiere toscano Bardi, peraltro di proprietà nerazzurra; la messa al sicuro del risultato c’è stata solo al 90′ ma, pochi minuti prima, ecco il rientro in campo, dopo sei mesi di assenza, di capitan Zanetti, festeggiato dai suoi tifosi, unitamente a Moratti il quale, in settimana, formalizzerà la cessione maggioritaria della società all’indonesiano Thohir. Con questo successo, l’Inter ha mantenuto la quarta posizione, aspettando eventuali passi falsi di quelli che la precedono.
Fiorentina, doppio Rossi.
E’ stata la partita dei due Rossi: uno, Giuseppe, ha gioito per la doppietta, l’altro, Delio, ha forse chiuso la sua esperienza sotto la Lanterna. Dopo poco più d’un quarto d’ora la Fiorentina era già in vantaggio di due gol messi a segno dal sempre più ritrovato Pepito; poi, si è gestito il punteggio anche se il gol di Gabbiadini, ad un quarto d’ora dal termine, ha innescato qualche fibrillazione ma questa Samp non era proprio in grado di pareggiare ed ora Delio Rossi attende solo di conoscere il nome del suo sostituto (Mihajlovic, Zeman, Reja, Corini…..tanti i candidati). Per la Viola c’è la novità del passo avanti in classifica, scavalcando il Verona, in attesa di Gomez; , ma chi se lo ricorda più il tedesco, con questo Rossi scatenatissimo capocannoniere del torneo ?.
Genoa -Verona, chi sale e chi scende.
Il Verona, in cinque minuti, subisce un uno-due dal Genoa che lo stordisce, rendendolo incapace di reagire, in un’altra partita che, con l’avvento di Gasperini sulla panchina rossoblù, ha confermato la risalita verso l’alto in posizioni molto più tranquille.
Lazio, un buon punto, ma….
Tanta supremazia, soprattutto nel primo tempo, per la la Lazio a Parma, ma il gol giungeva solo nella ripresa per merito del giovane Keita, forse il migliore in campo (che si sia trovata, finalmente, la spalla per Klose, visto che Floccari è destinato a fare panchina in campionato per sfogarsi in coppa ?). Anche se a centrocampo Hernanes e Ledesma sono stati insufficienti, la Lazio ha, comunque, prevalso rispetto all’avversario grazie alla verve di Onazi e del solito Candreva ma nessuno è riuscito a concretizzare, nel risultato finale, quanto espresso sul campo.
Nelle ultime tre partite solo due pareggi e una sconfitta per l’undici biancazzurro, raggiunto dall’Atalanta e superato dal Genoa: le posizioni europee si allontanano sempre di più e i concorrenti aumentano.
Milan, sempre sofferente.
Neppure contro l’ultima in classifica il Milan è riuscito a cogliere la vittoria ormai assente da quattro partite. E’ stata la solita, ennesima, sofferenza anche se qualcosa di buono, rispetto al recente passato s’è visto ma, nella sostanza, la crisi milanista c’è e sarebbe ingiusto non evidenziarla. Va bene che Robinho ha colpito un palo e che, come ha detto Galliani, se la palla fosse entrata, tutto sarebbe stato diverso…. ma il gioco latita in tutti i reparti,ed è stata evitata la sconfitta grazie a qualche bella parata di Abbiati, per non citare un guardalinee distratto nel segnalare un fuorigioco inesistente che aveva portato Paloschi in rete. Di positivo c’è stata la prestazione di Kakà, l’unico rimasto coi piedi buoni…. Se c’è una squadra bisognosa di sosta questa è il Milan perché dovrebbe consentire il recupero di buona parte degli infortunati e il riordino di idee ad Allegri, ancora alla ricerca di una formazione titolare che finora non s’è ancora vista. Berlusconi, pare voglia continuare a concedere al mister ancora una forzata fiducia, al contrario di Galliani il cui riciclo nell’ambito del gruppo Fininvest nella prossima primavera appare scontato; dopo il mercato, si spera riparatore, di gennaio…..
In fondo alla classifica.
Un gran passo in avanti lo fa il Catania, vittorioso grazie ad un rigore trasformato dal redivivo Maxi Lopez, con aggancio della Samp, sempre più impelagata. Bologna, Livorno e Torino, tutte sconfitte sono assorbite verso il basso, mentre vale tanto oro quanto pesa il punto conquistato a Roma dal Sassuolo di Di Francesco, un umile quanto valido ex, ben ricordato per i suoi trascorsi riva al Tevere, sponda giallorossa.
Arbitri, quante stecche !
Anche stavolta il settore arbitrale ha lasciato il segno negativo: per correttezza dobbiamo evidenziare che, spesso vengono propinate colpe direttamente agli arbitri quando le stesse andrebbero assegnate agli assistenti di linea, e/o cosiddetti arbitri di porta compresi. Diverse partite, qualcuna anche molto importante per la classifica, hanno fatto rilevare sviste, omissioni, severità ingiustificate oppure trascurate; troppi gli errori sebbene in campo ci siano ben sei persone addette a giudicare (quarto uomo compreso). Sarebbe il caso di aprire un pubblico dibattito non tanto sull’errore dei singoli (equivalente ad un gol fallito a porta vuota di un calciatore, ci può stare…) quanto su questo sistema che, seppure composto da diverse (costosissime) persone, continua a non soddisfare. Che avesse ragione Biscardi ad invocare per anni la moviola in campo ?