COMO – Sale inevitabilmente la rabbia dopo aver appreso quanto successo mercoledì scorso alla partita di basket femminile di serie A a Como, dove la squadra locale veniva battuta dalla Bracco Geas di Sesto San Giovanni, nelle cui fila gioca Abiola Wabara, 29 anni, nata e cresciuta in Italia nonostante la pelle scura.
E ogni volta che la cestista, che ricordiamo ha anche indossato la maglia azzurra, toccava la palla scattavano gli insulti: “fora de ball”, “sporca negra”, “scimmia”, “tornatene a casa tua”. Un atteggiamento davvero miserabile di alcuni spettatori, probabilmente fomentati dalle ultime parole del leader della Lega Nord Umberto Bossi in tema di immigrazione. Wabara esasperata dalle parole, dopo l’ennesimo insulto ha fatto di ritorno un gesto verso la tribuna dove sedevano i tifosi razzisti, che hanno reagito sputandole addosso. Una scena davvero abominevole, degna di un paese troglodita. E infatti sulla questione è intervenuto nuovamente oggi Antonio Pennestrì, presidente della Comense, il quale, riferendosi alla reazione della giocatrice, ha dichiarato che un po’ di colpa è anche di Abiola. “Se Wabara è stata insultata e sputacchiata – ha precisato il dirigente – è stato certamente un grave episodio di inciviltà, ma altrettanto grave è stato il comportamento della giocatrice che, evidentemente, non ha ancora capito come deve comportarsi un’atleta in tale occasione e con ciò scadendo a livello di chi – come lei sostiene – l’ha offesa”.
Parole che sembrano voler giustificare l’accaduto sfociato da parte di tifosi “mentecatti”, come li ha definiti Dino Meneghin. Episodi che lasciano l’amaro in bocca, che alimentano lo sdegno verso un certo tipo di persone sempre pronte a trovare il capro espiatorio per risollevarsi dalla condizione della loro miserabile frustrazione.