Disoccupazione da record. Quella giovanile al 35,2%. In un anno persi 621.000 posti

ROMA – Mentre la riforma del mercato del lavoro del Ministro Fornero ottiene il via libera dal Senato, i dati Istat riguardanti l’occupazione relativa al mese di aprile raccontano di un paese in cui la disoccupazione vola e travolge, in un solo mese, 38mila persone in più.

Il tasso di disoccupazione cresce di 0,1 punti percentuali rispetto a marzo e di 2,2 punti su base annua e si fissa al 10,2%, il tasso più alto da gennaio 2004, quando l’Istituto di statistica nazionale ha iniziato la rilevazione delle serie storiche mensili. Drammatico il saldo sulla disoccupazione annuale: il numero dei senza lavoro nel nostro paese aumenta del 31,1% (621 mila unità) portando il numero di chi è in cerca di lavoro a 2 milioni 615mila. I giovani, la fascia di età tra i 15 e i 24 anni, in questa che ormai si prospetta come una catastrofe sociale scontano la pena più dura:  ad aprile i senza lavoro sono il 35,2%, in diminuzione di 0,8 punti percentuali su marzo, ma con un aumento di 7,9 punti su base annuale. Nello specifico, secondo l’Istat, è disoccupato più di un giovane su tre di coloro che partecipano attivamente al mercato del lavoro: su base trimestrale il dato sale al 35,9%, dato più alto dal 1993 ad oggi, che raggiunge il suo culmine tra le giovani donne del Sud Italia con il 51,8% delle disoccupate. Anche il lavoro maschile, a livello nazionale, non se la passa bene. Nel mese di aprile segna una variazione negativa sia in termini congiunturali (-0,2%) che su base annua (-0,6%) mentre l’occupazione femminile resta sostanzialmente invariata rispetto al mese precedente e aumenta dell’1,2% nei dodici mesi. La disoccupazione maschile cresce del 3,0% rispetto al mese precedente e del 34,4% nei dodici mesi. Il numero di donne disoccupate registra un lieve calo dello 0,2% rispetto a marzo mentre aumenta del 27,5% su base annua.

Il capitolo che l’Istat dedica alle tendenze del mercato del lavoro nel primo trimestre del 2012 pur evidenziando differenze di genere e facendo raffronti tra l’occupazione italiana e quella straniera descrive un paese in forte crisi, preda di una recessione che sembra inarrestabile. Il lavoro, quello che da sicurezza e permette di costruirsi un futuro, non c’è per nessuno. All’aumento dell’occupazione più adulta (+121.000 unità, nella classe con almeno 55 anni), soprattutto a tempo indeterminato, si contrappone un persistente calo su base annua di quella più giovane (-251.000 unità, nella classe fino a 34 anni). Il tasso di occupazione dei 15-34enni italiani passa dal 43,9% del primo trimestre 2011 all’attuale 42,7%. Gli occupati a tempo pieno continuano a diminuire (-2,1%, pari a -415.000 unità). La caduta tendenziale riguarda sia l’occupazione dipendente a carattere permanente sia quella autonoma full-time. Gli occupati a tempo parziale, invece, continuano a crescere, e in misura eccezionalmente forte (+9,6%, pari a 334.000 unità), ma – dice l’Istat – si tratta quasi esclusivamente di part-time involontario.

La crisi che non dà tregua è europea. Nell’Eurozona il tasso di disoccupazione è salito all’11% nel mese di aprile. A marzo scorso era del 10,9% e  ad aprile 2011 al 9,9%. Questo quanto registra Eurostat, che ha segnalato la perdita di 110.000 posti di lavoro in un mese e di 1,797 milioni in un anno. Nella Ue-27 i senza lavoro sono 24,667 milioni, il tasso di disoccupazione al 10,3%. Nei 17 paesi euro i disoccupati ad aprile erano 17,405 milioni, 17,295 a marzo scorso e 15,608 nell’aprile 2011. E’ la Spagna il paese che preoccupa di più con un tasso di disoccupazione ad aprile del 24,3% (+0,2% rispetto al mese precedente), che sale al 51,5% tra i giovani sotto i 25 anni. La Francia, che segue lo stesso andamento dell’Italia, registra il 10,2% (+0,1% in un mese). Unica in direzione contraria la Germania: il tasso è sceso al 5,4%. Era 5,5% a marzo ed il 6,1% ad aprile dello scorso anno.

Preoccupata per i dati resi noti dall’Istat Susanna Camusso, segretario CGIL, a margine del Festival dell’Economia a Trento, ha affermato che la situazione “è la conseguenza di un paese che è in recessione e di scelte politiche che non fanno nulla per contrastarne gli effetti. Non ci si può limitare – ha detto – a delle politiche di rigore che continuano ad alimentare la recessione: bisogna cominciare a creare lavoro altrimenti i dati saranno, mese dopo mese, sempre peggiori”.
La Ministro del Lavoro Elsa Fornero, dopo la soddisfazione di ieri per l’approvazione della sua riforma sul mercato del lavoro in Senato ha oggi dichiarato, intervenendo  su Rai Radio 1 nel programma Prima di Tutto, che verrà attivato un  “monitoraggio sul funzionamento della riforma del mercato del lavoro, se una cosa non funziona nel modo auspicato la si modifica per aumentare produttività e occupazione”.
Di fronte al dramma del lavoro La reazione del fiammante presidente di Confindustria Giorgio Squinzi  non è ancora pervenuta.

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