A colloquio con l’autore Domenico Cornacchia

Il racconto dei suoi “Pensieri di terra, di vita, d’amore”

ROMA – A pochi mesi dall’uscita del suo secondo libro, la raccolta poetica: “Pensieri di terra, di vita, d’amore”, incontriamo l’autore Domenico Cornacchia, 33 enne che abita a Santa Rufina, una cittadina montana in provincia di Teramo dove vive a contatto con la natura, da sempre, il suo elemento.

Poesie che, analogamente al suo primo successo editoriale, raccontano di mondi che conosce a fondo e che popolano il suo “io” più profondo. 

«Da chi o cosa ha tratto ispirazione per la composizione della sua prima silloge poetica?»

«Tutto è partito davanti ad una fioritura, in primavera. Sempre così attesa, dopo il lungo inverno. Da lì ho iniziato a scrivere tutto ciò che sentivo dentro, che arrivava come folate di vento, come fiammate. Mi sono reso conto che non c’è stato un solo aspetto ad avermi ispirato, ma una moltitudine di emozioni e sensazioni che si presentavano nelle diverse circostanze: un tramonto, un sorriso, la montagna, il mare, una persona. Ho scritto ovunque, su tovaglioli, su stralci di carta, sulle note del telefono, su ogni cosa avessi a portata di mano. Se non li avessi trascritti, li avrei persi, come succedeva in passato, ma la vita è costituita da momenti irripetibili che restano dentro: proprio per questi attimi, a mio avviso,  vale la pena vivere e ricordare, mettendoli per iscritto.»

«Il titolo della raccolta è: “Pensieri di terra, di vita e d’amore”; quale conta di più tra questi tre elementi nella sua vita?»

«Tutti e tre gli elementi sono molto importanti per me. La terra rappresenta la mia indole, le mie radici, la bellezza della natura e di questi luoghi che per me sono fonte d’ispirazione. Nel libro, tutti gli elementi della natura giocano un ruolo fondamentale e ciò si evince soprattutto dalla presenza di similitudini e dal perenne cambio di ambientazione, per non tralasciare nessun paesaggio. Questo vale anche per gli odori e i sapori: il profumo della pelle, il pane appena sfornato, un fico maturo, una forte emozione. La percezione dei sensi viene riportata nel libro sotto forma di pensieri. E proprio questo che per me rappresenta la vita: avere il coraggio di rischiare, di mettersi a nudo, aldilà dei condizionamenti interni ed esterni che ogni giorno subiamo. Vivere il momento presente, godersi l’attimo quando l’emozione e le circostanze ci coinvolgono: resistere, invece, quando la vita ti mette alla prova». 

«L’amore, dunque, cosa rappresenta per lei?»

«Senza l’amore, la vita sarebbe un serbatoio vuoto. Anche perché i sentimenti hanno diverse anime: c’è l’amore romantico nei confronti di una donna, quello per i propri figli e l’affetto premuroso dei nonni verso i nipoti; l’amore per la natura e per la vita e tanto altro ancora… Nel libro, i sentimenti si declinano in pensieri di terra e di vita e d’amore: tutto allo stesso modo e seguendo un unico filo conduttore». 

«Le sue poesie emanano lirismo ma anche carnalità. Può parlarci di questa interessante antitesi?»

«Mi prefiggevo di riportare dei pensieri brevi: concetti che arrivassero diretti, senza filtri. Questa antitesi nasce dall’idea che la vita stessa sia costituita da concetti e parole, a volte, contrapposti, ma che spesso enfatizzano una situazione o un’emozione. Ponendo due vocaboli in netto contrasto uno accanto all’altro, grazie alla loro disposizione ravvicinata e simmetrica acquisteranno maggiore importanza ed è questo effetto che volevo riportare nel libro. Lirismo e carnalità per me sono due concetti lontani, ma allo stesso tempo limitrofi: la sensualità che si unisce all’arte, al gusto raffinato, all’intenso e al delicato. L’equilibrio di questi due elementi conduce a emozioni vere, senza sbilanciarsi da una parte o dall’altra, rischiando di scadere nella noia o nella volgarità».

«Poesie in libertà, senza riferimenti cronologici. Come mai?»

« I “Pensieri” non sono classificati: questi stessi sono liberi di fluire e vagare. Per poterli rintracciare all’interno del testo, bisogna ricercarli con pazienza, come nella vita. Per questo, non ci sono né un indice né numeri di pagina».

«Ha già in cantiere un’altra opera poetica e/o narrativa?» 

«Si, mi piacerebbe poterle scrivere entrambe. Ho un progetto già in cantiere e spero nei prossimi anni di poter pubblicare altre composizioni che parlano sia di me che della mia terra. Ci sono ancora tante storie e altrettanti racconti da scrivere e divulgare. Magari, un giorno proverò a scrivere qualcosa anche sui miei viaggi, sulle emozioni che mi hanno trasmesso e sull’importanza di viaggiare e conoscere: luoghi diversi, profumi mai sentiti e lingue sconosciute». 

«Come si definirebbe in una parola?»

«È una bella domanda… Sono una persona molto determinata, cui piace sognare e mettersi in gioco sempre. Sono affamato di sapere, di conoscere, di scoprire, di vivere la vita a pieno. L’aggettivo che più mi si addice è curioso: per poter guardare il mondo sempre con occhi nuovi».

«Cosa vorrebbe fare “da grande”?»

«Tra i miei progetti futuri, c’è la volontà di viaggiare e continuare a scrivere. Viaggiare è una delle mie più grandi passioni e mi ha permesso di entrare in relazione con diverse culture, persone ed essenze da tutto il mondo. E poi, vorrei trascrivere soprattutto quei racconti che il trascorrere inesorabile del tempo sta rendendo obsoleti. Vorrei continuare a riportare le memorie di persone più grandi di me che di storie ne hanno vissute: le loro vicende e gli aneddoti della loro esistenza. Quando si ascolta, si impara tanto. E oltre a questo, spero di mettere nero su bianco altri pensieri, magari davanti ad un paesaggio, un altro viaggio o a una situazione particolarmente emozionante».

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