A colloquio con Gabriele Pensieri, formatore e coach, che introduce il suo “Manuale di sopravvivenza”

Appena reduce da una presentazione sold out a Roma, Gabriele Pensieri, imprenditore e coach di lungo corso introduce e approfondisce i temi de il suo “Manuale di sopravvivenza per imprenditori, manager e professionisti” che ha destato interesse negli addetti ai lavori e non solo, già in ristampa pochi mesi dopo la sua uscita.

Ne parliamo direttamente con l’autore, che per la prima volta ha messo su carta, le sue preziose conoscenze al fine di aiutare chiunque voglia intraprendere un percorso imprenditoriale, ma anche, conoscere meglio se stesso e il funzionamento del pensiero, al fine di sviluppare una comunicazione efficace e profittevole.

Come nasce l’idea del titolo?

Il titolo del libro nasce dall’idea di voler chiarire subito al lettore cosa sta per leggere. Un testo, che è basato su praticità e immediatezza, in grado di fornire strumenti utili e semplici da applicare. Si tratta, quindi, di specificare a quali bisogni il manuale risponde: quelli di chi si occupa d’impresa, dei manager e dei professionisti che cercano percorsi e strategie per migliorare il vissuto della loro dimensione lavorativa e per “sopravvivere” a questi.

Questo volume che ha come target i professionisti, potrebbe aiutare anche gli aspiranti tali e non solo?

Assolutamente sì. Anche se il libro è nato per accompagnare i professionisti, manager e imprenditori nella loro crescita, è scritto con un linguaggio semplice e scorrevole, pensato per essere di aiuto anche a chi è all’inizio del proprio percorso o desidera intraprenderlo. Offre strumenti concreti, esercizi e riflessioni che possono aiutare chiunque a sviluppare consapevolezza, capacità comunicative, leadership e un approccio più sano e motivato al lavoro. Anzi, in molti casi, chi non è ancora addentro a certi meccanismi, può trarne maggiore vantaggio, costruendo fin da subito basi solide ed evitando errori comuni.

Tra le tecniche illustrate nel libro, alcune sono propedeutiche ad allineare il pensiero al messaggio per sviluppare il giusto cocktail della felicità, oltre alla famosa “imagery”. Vuole spiegarci di più?

Creare il giusto cocktail della felicità vuol dire produrre uno stato interiore che ci renda positivi e performanti in ogni situazione. Ciò è determinato dalla scelta di frame cognitivi che riescano a cambiare il nostro modo di pensare e si riflettano nell’uso di un linguaggio appropriato al fine di miscelare al meglio gli ormoni che produciamo, come la serotonina (preposta alla felicità); la dopamina (deputata al benessere); l’ossitocina (connessa con l’amore e l’empatia); le endorfine (responsabili del piacere) e il cortisolo (causa dello stress e della paura). Un cocktail ben calibrato di volta in volta, da servire a noi stessi, ai clienti e ai collaboratori, per superare al meglio ogni sfida che si prefigura nel cammino dei professionisti. L’ “imagery” invece, è una tecnica potentissima usata dagli sportivi e dai performer e consiste nell’allenare la mente a “vedere” il risultato desiderato, immaginandolo nei dettagli come se fosse già realtà. Questo attiva le stesse aree del cervello coinvolte nell’azione reale e migliora la nostra performance, la fiducia e la chiarezza degli obiettivi. Nel libro, ricordo l’uso che ne fanno tanti atleti famosi e come chiunque se ne possa servire allo stesso modo. Il nostro cervello non distingue il reale dall’immaginato: ci basta pensare a quello che proviamo al cinema, quando ci immedesimiamo ed emozioniamo guardando un film. La chimica che il nostro cervello mette in atto è la stessa che innescherebbe nella realtà: visualizzare ci prepara all’azione, aumenta la nostra motivazione ed è, anche, un modo semplicissimo per gestire le nostre emozioni quando ne sentiamo il bisogno.

Come un professionista può migliorarsi attraverso la lettura del libro?

Può riuscire in due modi. Il primo, è comprendere come il nostro cervello lavora e opera. Nel libro racconto, nel modo diretto e chiaro, quello che le neuroscienze hanno spiegato su temi come – la comunicazione efficace e la leadership – e di come i nostri comportamenti e le nostre scelte siano viziati da bias cognitivi (vere e proprie scorciatoie della mente). Conoscere i meccanismi che sono alla base delle nostre scelte è un presupposto indispensabile per intraprendere un percorso di miglioramento o di cambiamento. Il secondo modo, è utilizzare il libro per ciò per cui è stato creato, ossia come un work book, un manuale pratico: usandolo, rileggendolo, sfogliandolo e acquisendolo un po’ per volta. Ogni capitolo, infatti, propone riflessioni, tecniche e – soprattutto – esercizi pratici pensati per aiutare il lettore a introdurre nella propria realtà quotidiana ciò che ha letto.

Ha già in mente il seguito di questo volume?

Non si tratta di un vero e proprio seguito, ma sto ragionando su due temi che fanno parte delle mie aree di competenza come formatore e che mi affascinano incredibilmente, come il public speaking ( il parlare in pubblico) e il concetto di leadership: sono due argomenti che se ben compresi ed approfonditi riescono a incidere positivamente nel percorso di manager, imprenditori e professionisti di successo. Ma, per ora, niente spoiler.

A che cosa aspira per il suo futuro?

Ho il piacere di svolgere ogni giorno un lavoro che amo e quello che desidero è semplicemente, poter continuare in questo. L’obiettivo è di migliorare costantemente arrivando a coinvolgere il maggior numero di persone, al fine di aiutarle. La formazione e il coaching mi offrono la possibilità di lasciare il segno nella vita delle persone: a volte sono segni piccoli, ma comunque importanti, a volte sono segni davvero grandi e significativi. L’emozione che questo produce in me è indescrivibile: posso dire che vale veramente la pena viverla! 

Come si definirebbe con un aggettivo?

Se dovessi scegliere un solo aggettivo: direi curioso. È sempre stata la curiosità, la molla interiore che mi ha portato a studiare, a cambiare, a insegnare e a mettermi continuamente in discussione. Ed è anche quell’attributo che mi porta ad approfondire e innovare costantemente i miei percorsi, a migliorarli di volta in volta, al fine di non annoiare e non accontentarsi mai.

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