Telescopio Euclid e la scoperta della prima lente gravitazionale forte

La missione Euclid dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha raggiunto un traguardo straordinario, individuando la sua prima lente gravitazionale forte.

Questo fenomeno cosmico avviene quando la luce di una galassia lontana viene deviata dalla gravità di una galassia più vicina, creando un’immagine distorta e, in alcuni casi, un anello di Einstein.

Una scoperta rivoluzionaria per l’astronomia

Lanciato nel luglio 2023, il telescopio Euclid sta costruendo la più dettagliata mappa 3D dell’Universo, analizzando la distribuzione della materia oscura ed energia oscura fino a 10 miliardi di anni fa. La missione, che vede un importante contributo italiano grazie a Agenzia Spaziale Italiana (ASI), Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) e numerosi atenei, raccoglie enormi quantità di dati per comprendere l’evoluzione dell’Universo.

Uno dei primi risultati sorprendenti è la scoperta della galassia NGC 6505, osservata per la prima volta nell’Ottocento e situata a 590 milioni di anni luce dalla Terra. L’analisi di Euclid ha rivelato che questa galassia agisce da lente gravitazionale, piegando la luce di una galassia molto più lontana, a 4,42 miliardi di anni luce, formando un perfetto anello gravitazionale.

L’effetto della lente gravitazionale e la teoria di Einstein

Secondo la teoria della relatività generale di Albert Einstein, la gravità curva lo spaziotempo, deviando la traiettoria della luce. Questo effetto, noto come lensing gravitazionale, può essere debole (quando la luce viene appena deformata) o forte (quando si creano immagini multiple o anelli completi).

L’anello scoperto da Euclid, denominato “Lente di Altieri” in onore dell’astronomo Bruno Altieri dell’ESA, rappresenta un raro esempio di lente gravitazionale forte osservata così vicino a noi. Secondo Massimo Meneghetti, ricercatore INAF e INFN, è insolito trovare una galassia relativamente vicina che funzioni da lente gravitazionale, a meno che non contenga grandi quantità di materia nelle regioni centrali.

L’importanza della scoperta per la materia oscura

L’analisi della Lente di Altieri ha permesso di stimare la distribuzione della massa in NGC 6505, evidenziando una presenza di materia oscura pari a solo l’11% nelle sue regioni centrali. Questo dato è fondamentale, considerando che la materia oscura costituisce circa l’85% della materia totale dell’Universo. Secondo Giulia Despali, ricercatrice dell’Università di Bologna e associata INAF e INFN, la scoperta aiuterà a comprendere meglio la struttura e l’evoluzione delle galassie.

L’intelligenza artificiale e la citizen science nella ricerca cosmica

Il progetto Euclid prevede l’identificazione di oltre 100.000 lenti gravitazionali nei 14.000 gradi quadrati di cielo osservati. Per questo, si avvale di strumenti avanzati come intelligenza artificiale e citizen science, coinvolgendo il pubblico nella ricerca attraverso la piattaforma Zooniverse.

Euclid rivoluziona l’astronomia

La scoperta della prima lente gravitazionale forte di Euclid conferma le straordinarie capacità del telescopio e apre nuove strade per lo studio della materia oscura e dell’energia oscura. Con il proseguire della missione, gli scienziati si aspettano di raccogliere dati sempre più dettagliati, svelando i segreti dell’Universo e della sua evoluzione.

Grazie all’utilizzo di tecnologie all’avanguardia e alla collaborazione internazionale, Euclid segna un passo cruciale nella nostra comprensione del cosmo, dimostrando come il lensing gravitazionale sia uno strumento essenziale per la cosmologia moderna.

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