Valerie Donzelli porta sullo schermo la biografia di Franck Courtès, classe1969, artista che, per amore della letteratura, ha compiuto un atto che solo pochi, con vera passione creativa, hanno il coraggio di fare: abbandonare tutto per diventare scrittore.
Ispirandosi a questa storia vera la regista ci racconta di Paul Marquet, che si licenzia a 42 anni dal lavoro di fotografo che aveva sempre assicurato il benessere alla sua famiglia, sperando di cavarsela con la liquidazione, fino alla pubblicazione del libro che avrebbe dovuto catapultarlo in una dimensione più libera e soddisfacente.
La vita però non sempre va nella direzione dei nostri desideri e la strada che Paul intraprende è impervia: si scopre sempre più povero perché quel che scrive non vende, deve vivere di lavoretti saltuari come qualsiasi precario e la sua famiglia gli contesta l’irresponsabilità della sua scelta …
Il film di Valerie Donzelli è insieme uno scorcio sulla routine di chi campa giorno per giorno guadagnando pochissimo, realtà delle nuove generazioni, e l’impervia lotta di un uomo alla conquista della propria libertà e realizzazione creativa.
La creatività, fondamentale per una vita sana, nella nostra società è un lusso – talvolta una fortuna – per pochissimi che ne hanno la forza.
Ci sono esempi di artisti, nella storia della letteratura, come nel cinema e in altre arti, che ricordano la scelta di Franck Courtès: uno è Henry Miller, che ha sempre scritto con erotismo per essere accettato da una casa editrice, nello stile e con gli argomenti da lui voluti, solo a sessant’anni.
In casa nostra il contemporaneo Simone Perotti ha fatto lo stesso rischioso salto e ha dato alle stampe, tra i suoi molti libri, “Adesso basta! Come lasciare il lavoro e cambiare vita”: breviario di un atto eroico.
Lo sviluppo della creatività umana, la possibilità di esprimere la propria identità, è di una importanza ormai assodata per i pensatori, educatori, scienziati più avanzati del nostro tempo: un vero e proprio antidoto alla distruttività insita nell’uomo.
La nostra società cannibalesca purtroppo tende a relegare l’individuo a “cosa” seguendo la legge del più forte. Come dice Valerie Donzelli: “Questo film mette in discussione il valore che diamo a una vita guidata da una passione silenziosa, poco spettacolare, ma inarrestabile: il bisogno di creare, qualunque cosa accada”.
A pied d’oeuvre (2025). Un film di Valérie Donzelli con Bastien Bouillon, André Marcon, Virginie Ledoyen, Claude Perron, Mike Bujoli. Genere Drammatico durata 92 minuti. Produzione Francia 2025.