ROMA – Le parole sono pietre. E’ il titolo di un libro di Carlo Levi. Titolo ignoti per molti, troppi, cronisti politici. Per costoro, che sarebbe troppo definire commentatori, le parole sono come farfalle, volano, leggere, si posano qua e là, sempre in movimento.
Se non fosse un segnale negativo dello stato dell’informazione del nostro paese verrebbe voglia di fare una grande risata leggendo resoconti, dichiarazioni, in merito alla nota del Presidente della Repubblica sulla condanna definitiva di Berlusconi. Ma la questione è troppo importante per prenderla sotto gamba. Ci sono diverse “scuole di pensiero”, i giornalisti si trasformano in censori. Ovviamente ignorano o travisano quanto affermato da Napolitano , si mostrano indispettiti, capo fila Lucia Annunziata, perché il Capo dello Stato ha ritenuto di rendere pubbliche le sue considerazioni sul pregiudicato Berlusconi. Critica davvero singolare, visto che proprio i media, compreso quello diretto da Annunziata, un giorno sì e l’altro pure,a grande richiesta, sollecitavano Napolitano a dire la sua. I retroscenisti si esercitavano in fantasiosi racconti tanto che un bel giorno Napolitano si è stufato ed ha chiesto che si facesse finita con indiscrezioni , intrusioni. Ora che ha parlato si dice invece che non doveva. Non solo gli si rimprovera di aver riconosciuto con la sua “nota” che l’ex premier è un personaggio politico. Titola la Annunziata “ Napolitano omaggia Silvio”. Napolitano doveva far finta di non conoscerlo? Lasciamo stare Grillo il quale non sapendo più cosa dire ripete che il Capo dello Stato si dovrebbe dimettere. Perché? Non si capisce.
Dal Quirinale parole non equivocaboli
Torniamo allora alle parole ed anche ai silenzi che, talora valgono più delle parole. In silenzio resta il pregiudicato. Si è rinchiuso nella villa di Arcore. E’ preso fra due fuochi perché dal Quirinale l’atteso segnale è arrivato, ben diverso da cosa pretendevano i berluscones. Dice una cosa molto chiara: lui non sarà più premier,non potrà candidarsi, non sarà eleggibile La prima parola-pietra riguarda il fatto che le sentenze, quelle definitive in primo luogo, vanno sempre applicate. Ancora una volta dal Quirinale arriva un alto là nei confronti di chi, i berluscones, attacca la magistratura e ne mette in discussione il ruolo. La seconda è una specie di lezione che dal Quirinale viene impartita al pregiudicato, ai suoi maggiordomi, ai suoi avvocati che sbraitano sul fatto che un politico che porta a casa dieci milioni di voti, che in realtà sono otto o giù di lì, non può finire in carcere. Napolitano gli spiega che non ci andrà perché ultrasettantenne. Smetta di fare la vittima. Anche questo è un segno che nessun trattamento speciale verrà riservato all’ ex premier. Le legge è uguale per tutti. I suoi avvocati dicono che chiederanno la grazia, poi smentiscono perché Berlusconi ha capito che non c’è trippa per gatti. Non solo dovrebbe riconoscere che la sentenza è giusta e quindi quel grido di innocenza levato dal palchetto davanti a Palazzo Grazioli di fronte ad una piccola folla di suoi fan era una balla. Ma le pene accessorie, interdizione dai pubblici uffici, non verrebbero cancellate.
Berlusconi. si lamenta Napolitano “ mi ha tolto l’opzione elezioni”
Infine quello che più premeva a Berlusconi, le elezioni a tambur battente. Se le deve scordare. “Mi ha tolto l’opzione elezioni“ questo avrebbe detto il pregiudicato ai suoi più stretti amici. Spiace che un candidato alla segreteria del Pd, come Pippo Civati” se la sia presa con il capo dello Stato che avrebbe blindato le larghe intese. Evitare che Berlusconi apra una campagna elettorale dai toni più violenti che mai , con un bombardamento mediatico degno di miglior causa mentre il paese arranca, i problemi aperti sono tanti e gravi, per tornare al voto con il Porcellum sarebbe, insomma, un fatto negativo. Non c’è commento che tenga. Che le elezioni si allontanino ne sono convinti esponenti del Pdl . Non si apre al,cuna campagna elettorale. Solo Santanchè, Verdini, Capezzone, per ora ufficialmente in silenzio, spingono perché il pregiudicato faccia saltare il tavolo, via il governo, assalto alla baionetta. Ma un contentino al pregiudicato deve pur essere dato. Ci sono manifesti da affiggere in tutta Italia, aerei che dovranno sorvolare le spiagge con striscioni con scritto “ Forza Silvio”, “ Forza Italia”, e poi i giornali e le tv di sua proprietà sempre pronte a servire il capo. Che volino, una ridicola prova che il pregiudicato esiste, c’è ancora. Ha annunciato che non parlerà, deve ancora pensare, vede trappoloni da tutte le parti. Forse per Ferragosto ci lascia liberi. Ce lo auguriamo e lo auguriamo anche ai nostri lettori.