Al Teatro Parioli Peppino De Filippo un “Amleto” esilarante e tutto in comprensibile lingua inglese, giocato sulle entrate e uscite dei più celebri personaggi shakespeariani, inaugura la rassegna PRIMO SALE
ROMA – Chissà che direbbe William Shakespeare davanti alla riproposizione in chiave ironica – ma assolutamente pertinente – di una delle sue tragedie più nobili, l’”Amleto” se la vedesse condita di alcuni dei suoi altri personaggi di altrettanti celebri lavori teatrali e recitata da una giovane compagnia napoletana in un perfetto inglese, condito da un’eccelsa mimica e recitazione e da una colonna sonora stile “ballroom anni Venti”, interpretata – spettatori inclusi – sul palcoscenico di un noto teatro di Roma Nord.
E’ quanto è successo l’altra sera al Teatro Parioli Peppino De Filippo nell’ambito del primo spettacolo della rassegna PRIMO SALE, curata da Giulio Baffi e portata in scena dalla compagnia THE HATS, guidata dalla regista LudovicaRambelli in una perfetta compenetrazione empatica tra attori e pubblico, tutto rigorosamente italiano (senza dover per forza essere esponente di una madrelingua inglese). I tre giovanissimi interpreti (ognuno dei quali, ci dice la regista, è diventato genitore da pochissimo, tanto che in una boutade al centro dello spettacolo anche la neonata – vera – di Ofelia diventa per un attimo protagonista) sono ArturoMuselli,AlessioSica e MargheritaRomeo.
“Wrong play, my lord!” è il titolo della divertente ma altrettanto seriosa commedia messa in piedi con pochi simbolici oggetti, una semplice e quasi inesistente scenografia ed un incredibile talento nel multi trasformismo situazionale e psicologico di ogni personaggio. Amleto diventa Otello e Romeo ma viene interrotto per rientrare nei suoi binari da un Claudio, Polonio, Laerte elettrizzante che a volta usa accenti russi o francesi (beninteso, sempre parlando un inglese più British che slang americano) e la stessa Ofelia si fa Giulietta, Gertrude o una semplice donna dalle mille ansie di colpire con le sue frecce avvelenate di passione nel segno maschile, dando prova in due situazioni di una perfetta e cosciente dipartita dalla vita (l’annegamento della fidanzata di Amleto nel fiume necessita di una sola bacinella d’acqua e l’avvelenamento della regina di Danimarca contesa tra amante e figlio in un maccheronico duello di spade è più che mai esilarante). A elettrizzare la platea è la fuoriuscita ed immediata rientrata dell’attore dal suo (anzi dai suoi molteplici) personaggio/i non solo con una gestualità, prossemica ed intonazione vocale congeniali ad uno slalom caratteriale continuo, ma anche attraverso una assoluta padronanza della lingua (inglese, italiana e dialettale di Partenope e dintorni) che rende lo spettatore partecipe, se non complice della situazione drammaturgica – tra passato remoto e presente contemporaneo, generata con ritmi forsennati. Rosencrantz, Guildenstern e perfino lo zio di Amleto, come lo stesso pubblico intervenuto alla “Trappola per tropi” di corte, recita nella recita, fanno parte di noi e amano essere coinvolti nell’azione… Un’azione calibrata di prossemiche centellinate, di improvvisazioni comiche e autoironiche premeditate su canovacci liberi, di gestualità semantiche che rimandano in continuazione al gioco “In & Out” voluto dallo stesso Shakespeare sui personaggi e, fisicamente, a teatro, all’interno di una performance in cui il fatto di essere recitata totalmente in lingua originale è un intelligente e innovativo escamotage per spronare alla comprensione un pubblico multiculturale e internazionale comunque universalmente amante del teatro e non per forza intriso di insegnamenti grammaticali linguistici, dal momento che la performance – tra segni, mimiche, gesti e variazioni vocali e facciali – è altamente comprensibile…
Un esperimento riuscito che speriamo verrà ancora replicato a Roma dopo, naturalmente, il ritorno nei teatri off campani dove è di casa e, prossimamente – ce lo auguriamo tutti – al festival di Edinburgo. Ma dopo l’Amleto – ci dice la Rambelli – esistono nuovi progetti, sempre improntati al gioco shakespeariano: prossima vittima sarà Otello! E non c’è Lady Macbeth che, traslando il copione originale, non vorrà insinuarsi nella suddetta tragedia…
Elisabetta Castiglioni
Teatro Parioli Peppino De Filippo
Via Giosuè Borsi, 20 – 00197 Roma
Sito Ufficiale: www.teatropariolipeppinodefilippo.it
Pagina FB: www.facebook.com/teatropariolidefilippo
Twitter: @ParioliTeatro
PRIMO SALE
rassegna teatrale di artisti emergenti
a cura di Giulio Baffi
The Hats
WRONG PLAY, MY LORD!
da Amleto di William Shakespeare
regia Ludovica Rambelli
aiuto regia Victoria De Campora
con Arturo Muselli, Alessio Sica, Margherita Romeo
I prossimi spettacoli di PRIMO SALE:
13-14 ottobre 2015 ore 21:00
Scenari Visibili
PATRES
regia e drammaturgia Saverio Tavano
tecnica Pasquale Truzzolillo
con Dario Natale, Gianluca Vetromilo
16-17 ottobre 2015 ore 21:00
LA MONACA DI MONZA
di Giovanni Testori
Regia e Interpretazione Yvonne Capece e Walter Cerrotta
20-21 ottobre 2015 ore 21:00
IL CONTRATTO di Eduardo De Filippo
regia Pino Carbone
con Claudio Di Palma, Anna Carla Broegg,
Andrea de Goyzueta, Giovanni Del Monte,
Francesca De Nicolais, Carmine Paternoster, Fabio Rossi
23-24 ottobre 2015 ore 21:00
I Due della Città del Sole
in collaborazione con Sus Babi Teatro
IL DUELLO
di Matilde D’Accardi
Tratto dall’omonimo romanzo di Joseph Conrad
regia Alessandro Marmorini
musiche originali Francesco Leineri
con Michele Lisi, Carlotta Mangione, Alessandro Marmorini, Davide Paciolla