ROMA – Si arriva a teatro, ci si accomoda, si spera che la messa in scena sia all’altezza delle aspettative, a volte si spera solo che non annoi. Poi, raramente, capita una magia, qualcosa di inaspettato.
Una sorta di incantesimo capace di trasportati lontano dal teatro, direttamente nella storia, come si ci fosse la possibilità di spiare la Storia, non quella bellica o raccontata nei libri di scuola bensì quella del teatro, degli attori, vivere la parola e le emozioni. Avere la percezione di assistere a qualcosa che potrà essere raccontato, tramandato. È questo che è accaduto ieri sera al Teatro Marconi. Fin nel primo minuto, dall’apertura del sipario, un sipario unico e particolare con la scena dominata dalla grande maschera di Pulcinella che “si apre e si chiude, che fagocita gli attori che vi recitano dentro e che gli attori stessi alla fine chiuderanno per uscire da essa”, ho avuto la percezione, poi trasformata in certezza, di vedere attori possenti, raccontare una storia appartenente alla tradizione del Teatro comico napoletano. Si sentono le radici, le fondamenta forti che spesso non si trovano in opere teatrali contemporanee.
L’innovazione si incardina sulla tradizione dando origine a una messa in scena di dirompente comicità.
“Mi piace definire il mio teatro di Oltradizione – dice Gianfranco Gallo – un teatro che viene dall’Oltre ed è diretto Oltre. Io riscrivo tutto e svelo ciò che dal passato deriva e che si è trasformato e trasmesso fino a me per andare oltre me. Non riuscirei a imbalsamare Petito, io lo rivelo come calco del volto di Totò, di Troisi e di tanti altri”.
Il testo di Gianfranco Gallo attinge alla Commedia dell’Arte con intelligenza e raffinatezza, rielaborandone i temi cardine, facendoli propri e costruendo i personaggi sugli attori, grazie a una profonda conoscenza degli stessi, di se stesso e del talentuoso fratello Massimo con il quale dà origine a momenti unici di Teatro, quello maiuscolo, che delizia e rapisce, che intrattiene con apparente leggerezza, una leggerezza che si insinua nel profondo dell’anima. Ebbene sì, pensando a chi potrebbe raccogliere l’eredità dei grandissimi fratelli Giuffrè non si può che pensare ai fratelli Gallo.
Si ride per le situazioni e le battute, per i personaggi ( la risata si libera anche solo guardando un personaggio in silenzio) e si sorride compiaciuti da tanta maestria e armonia. Gianfranco Gallo è il direttore di un’orchestra composta da talenti capaci di parlare tra di loro con un solo sguardo.
La scenografia di Clelio Alfino abbraccia perfettamente gli attori e la storia mentre i costumi di Francesca Romana Scudiero narrano con tessuti e parole ogni personaggio.
Vi consiglio di prenotare al più presto la vostra poltrona per poter dire un giorno “io c’ero, ho avuto il privilegio di applaudire la famiglia Gallo”. Sì perché in scena c’è anche Gianluca di Gennaro (nipote dei fratelli Gallo) e Bianca (figlia di Gianfranco) presenti sul palco per qualità e talento, basta assistere a questa rappresentazione per rendersene conto. Una nota per Anna De Nitto che apre la commedia, nella sua voce e nei suoi movimenti c’è tutto il teatro napoletano. Spero che qualcuno registri quest’opera, è già tradizione alla sua prima messa in scena.
Complimenti a Felice Della Corte direttore artistico che in una manciata di mesi ha trasformato una costruzione vuota in un luogo d’arte. Poltrone confortevoli in una sala elegante e capiente (oltre 350 posti), bar interno fornitissimo, parcheggio privato e una serie di attività collaterali che ne fanno un polo d’arte unico che mancava a Roma sud.
È TUTTA UNA FARSA
ovvero Petito’s Play
Di Gianfranco Gallo
Dall’ 8 al 20 dicembre
(Ore 21,00 domenica ore 17,30)
REGIA: Gianfranco Gallo
Con Gianfranco Gallo, Massimiliano Gallo, Gianluca Di Gennaro, Arduino Speranza, Bianca Gallo, Anna De Nitto, Francesco Russo, Ursula Muscetta
SCENA: Clelio Affinito
COSTUMI: Francesca Scudiero
LUCI: Cesare Accetta
MUSICHE ORIGINALI: Paco Ruggiero
Teatro Marconi
viale Guglielmo Marconi 698e
Roma – Eur
Biglietti: Intero, 24.00 Ridotto, 20.00
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