Pediatra si suicida. Era accusato di aver abusato su 18 minori

MILANO – Suicidio in via Belgirate, alle 7 di questa mattina. La vittima è il primario di Pediatria dell’ospedale di Legnano Alberto Flores D’Arcais, accusato di 18 episodi di abusi su minore. L’uomo si è buttato dal settimo piano ed è deceduto subito dopo l’impatto.

I carabinieri della Compagnia Duomo assieme alla squadra investigativa hanno effettuato gli opportuni sopralluoghi sul posto. 

 “Perdonatemi, vi amo”: con queste parole scritte su un biglietto il primario   ha detto addio alla sua famiglia. A quanto si apprende, unitamente al messaggio ai suoi cari, il medico ha lasciato altre dieci buste chiuse, destinate presumibilmente ad amici e colleghi, che sono state sequestrate dalla magistratura milanese. L’ipotesi quindi resta quella del suicidio, non ci sarebbero elementi al momento che facciano pensare ad una differente dinamica.  

I computer del primario di pediatria contenevano un enorme quantitativo di materiale pedopornografico, immagini e tracce informatiche di collegamenti a siti web. Secondo quanto rilevato da un un consulente nominato dalla Procura di Busto Arsizio (Varese), che da circa sei mesi stava indagando su presunti atti sessuali con minorenni commessi dal medico dal 2008 fino all’arresto di un mese e mezzo fa, D’Arcais era un frequentatore abituale anche di siti web di racconti di abusi su minori, taluni proprio su bambine abusate durante visite mediche. “Il consulente aveva appena terminato le perizie su due computer in uso al medico – ha spiegato il Procuratore Capo della Repubblica di Busto Arsizio Gianluigi Fontana – dai quali e’ emerso copioso materiale, circa 5000 file”. 

A quanto si apprende l’hard disk di uno dei due pc era stato formattato, ma i tecnici sono riusciti a recuperarne comunque il contenuto, tutte immagini pedopornografiche. Nel secondo dispositivo invece, altre immagini dello stesso genere erano semplicemente state spostate dalla memoria al cestino, ma non eliminate. Dalle verifiche degli esperti incaricati dall’autorita’ giudiziaria, sono emersi inoltre numerosi accessi a siti pedopornografici e a uno in particolare, definito dagli inquirenti “borderline”, dove vengono pubblicati racconti di abusi su bambine, tra cui alcuni narranti approcci sessuali durante visite mediche. A seguito del suicidio di D’Arcais la Procura di Busto Arsizio si avvia alla chiusura indagini. 

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