Mangia le cozze e muore. Tracce di un batterio raro

PIACENZA – «Alcuni ceppi del batterio di escherichia coli convivono tranquillamente nel nostro intestino, altri invece sono molto patogeni per l’uomo e sono uno degli agenti tipici delle infezioni alimentari».

Un ricercatore e professore dell’Università Cattolica, Piersandro Cocconcelli, commenta così i primi esiti delle analisi nell’ambito della vicenda giudiziaria che riguarda la morte della cantante piacentina Gianna Casella.
Ad uccidere l’artista sarebbe stata una tossina molto rara  le cui tracce sono state ritrovate durante gli esami eseguiti sulla salma della donna. L’origine di tale tossina andrebbe fatto risalire ad un tipo di batterio di escherichia coli di cui non esisterebbero tracce in Italia, e proprio per questa ragione ulteriori accertamenti sono stati affidati all’Istituto superiore di Sanità di Roma.
Gianna Casella, 70 anni, portavoce storica della canzone dialettale piacentina, era morta al Polichirurgico di Piacenza alcuni giorni dopo un pranzo a base di cozze crude (o forse semplicemente «scottate» su una piastra) in un ristorante cino-giapponese della periferia cittadina.

Condividi sui social

Articoli correlati

Università

Poesia

Note fuori le righe