“The wedding party”: fiori d’arancio all’alba del millennio terzo. Recensione. Trailer

ROMA – Che fare quando la tua “rotondetta” ex-compagna di liceo accalappia un ricco e prestante newyorkese, strappandoti il primato delle nozze?

E, come se non bastasse, ti nomina anche sua damigella d’onore? Meglio inghiottire la rabbia, abbozzare un sorriso tirato e accettare! Basta però una delle prime inquadrature del volto livido di Regan (Kirsten Dunst), la primadonna a cui toccherà la preparazione del grande evento, per capire che il matrimonio non è decisamente in buone mani. Se al fianco dell’amica invidiosa aggiungiamo altre due compari di tutto rispetto: Katie (Isla Fisher), la bella stupidina fasciata in corsetti leopardati e miniabiti appariscenti e Gena (Lizzy Caplan), la cinica che si divide tra rimpianti, battute caustiche e cocaina;  il dramma (trash s’intende) è servito.

Un po’ Le amiche della sposa e un po’ Una notte da Leoni al femminile, The wedding party descrive la notte prima del matrimonio dal punto di vista delle “scoppiate”, il gruppo di amiche del liceo che si ritrovano per festeggiare la sposa Becky (Rebel Wilson). Tre donne complicate, insoddisfatte ed ancora alla ricerca del buon partito, nonostante siano tutte più attraenti, brillanti e alla moda della futura mogliettina, alias “faccia di maiale”. La festa di addio al nubilato si trasforma ovviamente in un susseguirsi di situazioni improbabili attraverso Manhattan, dal flirt di Regan con il testimone dello sposo (James Marsden), ai ritorni di fiamma dal sapore liceale di Gena e Katie. Una notte di follia in cui il fil rouge è la drammatica sorte dell’abito da sposa sporco e strappato, che le indisciplinate damigelle dovranno cercare di rimettere in sesto in tempo per la mattina dopo.

Anche se non brilla né per originalità né per buongusto, il film scorre in modo abbastanza divertente e piacevole, fatta eccezione per qualche volgarità al femminile che si poteva tranquillamente evitare e che appare un po’ forzata.  La regista Leslye Howard dice di aver scelto il titolo originale (Bachelorette) per ironizzare sulla condizione delle donne non sposate. Dal maschile positivo “bachelor” (scapolo) e il suffisso penalizzante e sciocco “ette”, si ottiene infatti un femminile tendente al dispregiativo. Le tre protagoniste, d’altronde, vengono  descritte in tutte le loro piccole e personali meschinità. Sono una sorta di emblema trino delle contraddizioni interne della donna americana moderna: sicura ed indipendente all’apparenza, ma in realtà ansiosa di ricevere un’approvazione dall’esterno e, più in particolare, dagli uomini. Il film infatti si dirige verso un lieto fine abbastanza scontato, che annacqua con una scia di sentimentalismo un po’ superficiale gli spunti pepati che le ragazze avevano offerto durante le loro peripezie notturne. Dopotutto, il malcelato obiettivo delle It-girls del terzo millennio, nonostante i tacchi a spillo e gli sguardi sfacciati, sembrano ancora essere i fiori d’arancio.

Cast Artistico
Regan: Kirsten Dunst
Gena: Lizzy Caplan
Katie: Isla Fisher
Becky: Rebel Wilson
Trevor: James Marsden
Clyde: Adam Scott

Cast Tecnico
Regia: Leslye Headland
Sceneggiatura: Leslye Headland

Titolo originale: Bachelorette
Anno: 2012
Nazione: Stati Uniti d’America
Distribuzione: KeyFilms
Durata: 94 min
Uscita: 18 ottobre 2012
Genere: Commedia

The wedding party – trailer


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