Un voyage autour de mon nombril di Julie Iarisoa (Madagascar) – Chute Perpétuelle di Aziz Zoundi (Burkina Faso) – Naka tša go rwešwa di Humphrey Maleka (Sudafrica) –
7 – 8 ottobre 2025 | ore 21 Romaeuropa – ULTRA REF | Mattatoio | Roma prima nazionale, poi in tournée fino al 29 ottobre
ROMA – Parte da Roma la tournée di BAMBU, progetto culturale non profit nato per costruire un ponte culturale tra Italia e Africa, attraverso la presentazione di spettacoli di danza e teatro contemporanei realizzati da artisti africani. Il debutto nazionale avverrà il 7 e l’8 ottobre al Mattatoio di Roma, nell’ambito del Romaeuropa Festival.
Seguiranno tappe in varie città italiane: Pesaroil12 ottobre al Teatro Sperimentale, Trentoil15 ottobre ospite di CAM, Gorizia il 17 ottobre per il Festival Visavì, Lecceil 19 ottobre al Teatro Koreja, Genova il 23 e 24 al Teatro del Ponente, Porcari (LU) il 29 ottobre nell’ambito di SPAM!.
Per questa sua prima edizione, BAMBU propone tre brevi assoli coreografici, scelti attraverso un doppio processo di selezione: inizialmente individuati da una rete di programmatori africani provenienti da Nigeria, Mali, Sudafrica, Madagascar e Mozambico, e successivamente scelti da una rete di dieci programmatori italiani.
I lavori presentati sono: Un voyage autour de mon nombril di Julie Iarisoa (Madagascar), Chute perpétuelle di Aziz Zoundi (Burkina Faso), Nakatša go rwešwa di Humphrey Maleka (Sudafrica). Tre creazioni molto diverse tra loro, accomunate da una forte carica espressiva e dalla capacità di tradurre in linguaggio scenico la complessità dei contesti in cui nascono. Linguaggi vivi, innovativi e profondamente radicati nei territori d’origine.
Ideato da Roberto Castello, direttore artistico di ALDES e coreografo tra i più importanti della scena italiana, BAMBU trae ispirazione dal pensiero dello scrittore e intellettuale keniota scomparso a maggio, Ngugi Wa Thiong’o, figura di riferimento non solo della cultura africana, ma del panorama culturale mondiale.
In particolare, il progetto raccoglie il suo invito a “spostare il centro del mondo” e a “decolonizzare la mente”, incoraggiando uno sguardo sul mondo che non parta esclusivamente da una prospettiva eurocentrica, ma che sia in grado di accogliere esperienze e patrimoni culturali diversi, capaci di offrire nuovi orizzonti e prospettive.
Un’esortazione più che mai attuale, in un momento storico che impone di ripensare radicalmente le relazioni tra Nord e Sud del mondo, lasciandosi alle spalle pregiudizi, ignoranza e logiche di dominio che hanno segnato i secoli passati.
BAMBU nasce dalla convinzione che i linguaggi del teatro e della danza contemporanei si stiano profondamente trasformando anche grazie al confronto con visioni e culture provenienti dall’Africa, capaci di affrontare questioni cruciali a livello sociale, politico ed estetico.
Il progetto punta a coinvolgere un pubblico ampio e variegato, offrendo uno sguardo – anche solo parziale – sulla vivacità creativa delle arti performative africane.
Spiega Roberto Castello: «BAMBU non è pensato come evento eccezionale, ma come un modello sostenibile e ripetibile di collaborazione interculturale. Nonostante l’assenza di finanziamenti dedicati, intendiamo costruire una relazione stabile tra le realtà artistiche africane e italiane, basata sulla reciprocità, sul rispetto, e lontana da approcci assistenzialistici o esotizzanti.
Il nostro intento è semplice: dare al pubblico italiano la possibilità di entrare in contatto con opere che nascono in contesti radicalmente diversi dai nostri. In un mondo segnato da squilibri e crisi, è lecito chiederci quanto possiamo imparare da altre culture, liberi da pregiudizi di superiorità razziali e culturali che hanno giustificato secoli di colonialismo.
Le culture africane, come ha raccontato magistralmente Chinua Achebe in Le cose crollano, sono state profondamente ferite dall’incontro con l’Occidente, ma oggi stanno ricostruendo le proprie radici con una vitalità che non può che suscitare ammirazione.
In questo sta oggi il senso di uno sguardo attento alle culture subsahariane, alla loro arte e al pensiero dei loro intellettuali, dopo secoli di propaganda razzista e in un quadro economico smisuratamente squilibrato. La musica e l’arte africana hanno già influenzato profondamente il gusto occidentale; non c’è motivo di pensare che non possa avvenire lo stesso nell’ambito delle arti performative».
BAMBU si pone quindi come un esperimento etico, artistico e politico, che si propone di garantire agli artisti africani condizioni contrattuali e professionali paritarie rispetto ai colleghi italiani. Il progetto si sviluppa senza risorse stanziate, dimostrando come sia possibile fare cooperazione culturale di qualità anche al di fuori dei circuiti istituzionali più consolidati.
Oltre alla tournée, il progetto promuove anche una due giorni di incontri e dibattiti dedicati alla cooperazione culturale tra Italia e Africa subsahariana. Il confronto, dal titolo “Le ragioni di un Piano Piaggia”, si svolgerà il 29 e 30 ottobre a Palazzo Boccella, loc. San Gennaro, Capannori (LU), in collaborazione e con il patrocinio del Comune di Capannori, e coinvolgerà programmatori, artisti e intellettuali di entrambi i continenti, con l’obiettivo di condividere esperienze e riflettere insieme sul futuro delle relazioni culturali allo scopo di evitare il rischio – ancora attuale – di riprodurre dinamiche assimilative che danneggino la biodiversità culturale del pianeta. (il programma sarà definito a breve).
BAMBU è un’esperienza culturale che va oltre lo spettacolo. È un invito ad allargare lo sguardo, un gesto di ascolto e apertura, un modello di scambio culturale fondato sull’etica, la concretezza e la volontà di immaginare – attraverso l’arte – un mondo più giusto, condiviso e consapevole.