Al Teatro Sala Uno la rappresentazione teatrale di Viviana di Bert
ROMA – Le apparenze si sa, a volte, ingannano e la rappresentazione scenica delle Tre Sorelle di Anton Cechov da parte di Viviana di Bert che si è tenuto nel teatro Sala Uno ne è forse la riprova.
L’adattamento teatrale infatti va oltre il mero racconto e si appropria di scene della vita dei protagonisti montando e smontando ciascuna parte rappresentata creando armonie nuove e portando in luce le intime contraddizioni della società borghese dell’epoca.
Sono le inquietudini di un’epoca che volge al tramonto, in particolare quelle legate al tema dell’identità e dei limiti fisici e sociali dell’individuo che vorrebbe emergere ma che non può perché vincolato dalla società.
Qui ogni spettatore può davvero riconoscersi e ritrovarsi, capire quale è la propria posizione nel mondo, indovinare la propria intima realizzazione e il proprio fallimento.
Si, perché l’adattamento di Viviana di Bert e della sua compagnia teatrale punta l’indice proprio sui fallimenti dei personaggi che non hanno realizzato i propri sogni e ora si muovono storditi in un mondo in frantumi.
E in questo ambiente straniante ritroviamo a vagare le tre sorelle Masa, Olga e Irina che sono rimaste schiacciate da un ingranaggio a loro sconosciuto e che hanno visto dissolversi i loro desideri senza ritrovarsi nulla in mano.
Personaggi emblematici, unici, di un tempo storico che ci appartiene e che sono resi particolarmente vivi e realistici dall’interpretazione esemplare rispettivamente, di Elena Capparelli, Francesca La Scala e Giulia Pinzari.
In particolare, Masa di Elena Capparelli ci colpisce per la profondità della tensione emotiva e per la qualità timbrica della voce che rende ancora più drammatica e di sicuro spessore l’intima complessità del personaggio coinvolgendo lo spettatore nei suoi più reconditi recessi psicologici per arrivare a scoprire una realtà diversa, straniata, lucida e terribilmente vera.
La rappresentazione scenica di Viviana di Bert ha saputo cogliere l’essenza del dramma teatrale di Anton Checov mettendo in luce tutte le contraddizioni di un mondo destinato a dissolversi e ponendo l’accento sul grigiore di una realtà che attende amaramente le tre sorelle.
Lo spettacolo si incentra sul pensiero forte e necessario dello scorrere del Tempo, tanto caro all’autore russo, ed è pensato in movimenti, come un’opera musicale
Si tratta del Tempo con la T maiuscola, quello che scorre e travolge ciascuno di noi, ci trascina inesorabilmente tra i suoi flutti facendo scomparire gli attimi felici che pur abbiamo avuto, che pur abbiamo assaporato, in un fragoroso silenzio.