Innovazioni Tecnologiche e Digitali nella Pubblica Amministrazione

Una nuova opportunità di modernizzazione e di digitalizzazione del Sistema Italia

In questo specifico contesto storico, caratterizzato da numerose sfide di carattere economico, sociale, ambientale, stiamo assistendo ad una profonda trasformazione della società e ad un’accelerazione delle innovazioni tecnologiche che stanno radicalmente modificando il nostro modo di affrontare la realtà.

Si parla diffusamente di una nuova “rivoluzione tecnologica” in cui le scoperte scientifiche offrono opportunità mai viste prima, soprattutto nel mondo del lavoro.

In un panorama sempre più interconnesso e con le opportunità offerte dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, la Pubblica Amministrazione italiana, pur con le sue difficoltà e i suoi limiti, non può farsi trovare impreparata e dovrà attuare un radicale svecchiamento per essere al passo con i tempi.

Si tratta di realizzare quella “Digitalizzazione e modernizzazione della PA” che, contando su un corposo investimento di risorse, procederà in primo luogo ad un piano di reclutamento di personale con le giuste competenze tecniche necessarie per rispondere con efficacia alle nuove esigenze della collettività, svecchiando così l’età media degli impiegati attraverso un’analisi attenta dei fabbisogni reali da connettere con le nuove mission della PA in attuazione del PNRR e della Transizione Digitale.

Tale investimento ha l’obiettivo di rafforzare la conoscenza e le capacità del personale della PA, necessarie anche per contribuire in modo attivo alla trasformazione digitale del settore pubblico e anche all’applicazione di una diversa metodologia lavorativa che non sia solo verticistica, ma si muova per obiettivi e risultati, utilizzando al meglio le nuove tecnologie messe a disposizione del lavoratore.

Altro aspetto importante è quello di attuare una semplificazione delle procedure amministrative, seguendo il percorso della digitalizzazione dei processi che non richiedono più numerosi passaggi per la conclusione del procedimento amministrativo.

Il Piano prefissato dalla Transizione Digitale intende arrivarci attraverso la mappatura completa di tutte le procedure amministrative che si innestano nelle attività economiche o alla vita dei cittadini, con priorità per quelle necessarie alla rapida attuazione dei progetti del “Recovery Plan” e con la consultazione ad hoc delle categorie interessate. In tal senso, il Dipartimento della Funzione Pubblica con l’Agenda per la Semplificazione è un punto di partenza significativo su cui poggiare il progressivo rinnovamento che va ad affiancare le amministrazioni affinché la semplificazione non rimanga solo sulla carta, ma cambi effettivamente i comportamenti e le azioni di chi opera nella PA.

Si inquadrano in questa prospettiva i poli tecnologici territoriali delle amministrazioni pubbliche (PTA), riprogettate secondo modelli innovativi dell’utilizzo dello spazio e di prestazione delle attività lavorative, che fungano da spazi di coworking e smart working, anche al fine di decongestionare i centri urbani, poli di innovazione tecnico-organizzativa, grazie al confronto, all’interazione e alla socializzazione della conoscenza di dipendenti di amministrazioni diverse e centri di formazione e di erogazione di servizi pubblici.

La vecchia concezione di sapore novecentesco di accentramento di lavoratori in enormi edifici sarà progressivamente sostituita da un’amministrazione snella e diffusa, grazie proprio alle nuove possibilità offerte dalla tecnologia e dall’informatica, dove si procederà ad una ricostruzione dei luoghi fisici per lavorare, la loro collocazione vicina ai lavoratori e agli utenti, la loro molteplice funzione che potrebbe aumentarne la vitalità e attuare il recupero intelligente delle aree periferiche delle città e delle aree marginalizzate del Paese da cui, ogni mattina, si riversava (prima della pandemia) una massa di lavoratori per andare ad intasare il centro delle nostre città.

Qui ha valore e senso lo Smart Working che si presta ad essere uno strumento efficace in questo nuovo modo di concepire l’azione operativa della PA, sempre inserendo tali meccanismi di inevitabile innovazione in un ragionamento in cui si adoperi gradualità e buon senso per non desertificare il centro e si cerchi di far convivere diverse modalità di lavoro affinché non aumenti l’isolamento del personale lasciato da solo dinanzi al pc o, peggio, non si attui un’emarginazione di coloro che sono meno qualificati e che potrebbero rischiare di essere messi definitivamente fuori dai luoghi dove si prendono decisioni.

La strategia di innovazione, comunque, è intrapresa e affonda le sue radici negli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) delle Nazioni Unite, la cui analisi ha portato all’individuazione delle tre sfide principali, ossia la digitalizzazione della società, l’innovazione del Paese, lo sviluppo sostenibile e etico della società nel suo complesso.

E lo sviluppo sostenibile si incardina, a sua volta, negli obiettivi dell’Agenda 2030 e nella Transizione Ecologica che non mira soltanto all’abbattimento delle polveri sottili e alla riduzione dell’inquinamento, ma soprattutto ad una riduzione dell’impatto devastante che l’uomo ha con le sue attività produttive e organizzative nei confronti dell’Ambiente con conseguenti e concreti rischi nei confronti di tutta l’umanità.

Tale strategia descrive quindi un processo di trasformazione strutturale e radicale del Sistema Italia, dalle infrastrutture digitali, ai servizi della Pubblica Amministrazione, alla collaborazione tra pubblico e privato nel generare innovazione. Per questo tutte le azioni richiedono un lavoro coordinato che verrà svolto attraverso la cabina di regia istituita con gli altri ministeri e tavoli di coordinamento con i territori (Comuni, Regioni), gli enti, le agenzie centrali, locali e i soggetti privati.

Tutto questo è un processo che non potrà essere fermato e anche se andrà tenuto conto del digital divide (divario esistente tra chi ha acceso effettivo alle tecnologie per le sue proprie capacità e competenze e chi invece ne è escluso perché non adeguatamente formato e abile al loro utilizzo) e non si potrà pensare ad un utilizzo spinto dei mezzi informatici, è ovvio che la sfida affronta un tema centrale della trasformazione industriale e sociale in atto in tutti i paesi a cui il nostro paese non può sottrarsi.

E’ una sfida che impone di lavorare insieme per un’innovazione etica, inclusiva, trasparente e sostenibile che aumenti il benessere della società , attuando scelte guidate dai seguenti principi.

Ovvero, offrire a tutti pari opportunità di partecipazione all’interno della società digitale e tecnologica, garantire la trasparenza, l’etica e un positivo impatto sociale, tutelare la sostenibilità economica ambientale e sociale di ogni innovazione.

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