ROMA – Si avvicina la festa della Liberazione e il regista Vicente Ferraz ci serve su un piatto d’argento un film che riesuma dal sepolcro dell’ oblio un avvenimento storico tanto interessante quanto poco conosciuto.
Durante la seconda guerra mondiale un gruppo di militari brasiliani viene inviato in Italia per combattere l’ Asse lungo la famigerata Linea Gotica. Sull’ appennino tosco-emiliano questi uomini dovranno affrontare i nazisti, nonché l’ inclemente generale inverno. Lo scoppio di una mina crea il panico fra le truppe che rischiano di perdere la bussola e smarrire la fiducia in se stessi. Hanno una sola possibilità di riscatto: dovranno trovare la famigerata “Road 47”, sminarla, salvare se stessi e i partigiani italiani rifugiati nel paese di San Giusto. Riusciranno a trovare la concentrazione, il coraggio e la forza necessari ad un impresa che si fa sempre più ardua?
Il regista Vicente Ferraz è un autore di documentari e in questo film drammatico pieno d’ umana sofferenza non concede spazio alla facile spettacolarizzazione dei sentimenti. “Road 47” è privo di inutili barocchismi e non calca la mano né sui personaggi, né sulle vicende narrate. Non vi sono eroi, bensì uomini fragili, esposti al continuo pericolo di morte. Una morte di cui, lontani dalle logiche di potere, non si comprende veramente il senso. La narrazione ci fa seguire passo dopo passo i patimenti di questi soldati che diventano progressivamente più familiari. Ferraz tratteggia personaggi realistici di cui progressivamente conosciamo i pensieri, di cui lentamente avviciniamo l’anima. La paura è l’ emozione primordiale che pervade l’animo di persone coinvolte in un dramma universale che mette a dura prova la resistenza. Eppure questi soldati, provati nel corpo e nello spirito, hanno qualcosa di cui nella società moderna si sta perdendo traccia: al di là d’ogni logica utilitaristica possiedono un codice morale, una linea etica da seguire anche nelle condizioni più disumane ed avverse. Ferraz utilizzando un linguaggio cinematografico semplice e diretto mantiene il focus sui risvolti affettivi dei fatti e non privilegia mai i fatti in quanto tali. Dà significato a queste vicende, a queste vite. A dispetto di alcune debolezze il film riesce gradualmente a penetrare in profondità ed emozionare. Memorabile la scena in cui i soldati brasiliani si mettono a chiacchierare con divertimento e coinvolgimento col prigioniero nazista. Per il resto ve lo auguro io, ve lo augura il film: buona festa della Liberazione a tutti.
REGIA: Vicente Ferraz
ATTORI: Daniel de Oliveira, Richard Sammel, Sergio Rubini, Julio Andrade, Francisco Gaspar
SCEGGIATURA: Vicente Ferraz
FOTOGRAFIA: Carlos Arango De Montis
PRODUZIONE: Brasile/Italia
GENERE: Drammatico
DURATA: 108 minuti
USCITA NELLA SALE: 23 Aprile