TORINO (nostro inviato) – Colpa di comunismo è un film di finzione che assomiglia molto alla realtà. Elisabetta Sgarbi presenta in anteprima al Torino Film Festival il suo terzo lungometraggio che racconta una storia di immigrazione vicinissima a noi ma diversa da quelle a cui le cronache ci hanno abituato.
Tre donne, tre badanti rumene regolarmente in Italia ma che, se non fosse “colpa di comunismo” sarebbero rimaste nel loro Paese, con i loro mariti e i loro figli. La pellicola concorre al Premio Cipputi assegnato nell’ambito del TFF per la migliore opera sul tema del lavoro.
Il film segue le trame della vita di Ana, Elena e Micaela che interpretano loro stesse. Le prime due hanno superato i quarant’anni, hanno perso il lavoro, le persone che curavano sono morte. Si rivolgono alle parrocchie, alle cooperative, sono disposte anche a lavorare per pochi euro ma la crisi economica non facilita la loro ricerca. Micaela, la più giovane e la più scaltra, decide di aiutare le sue amiche. La ricerca sarà lunga e faticosa ma le tre donne non rinunciano mai alla loro dignità perché hanno sempre in mente l’obiettivo: riuscire a mandare a casa qualche soldo per permettere ai figli di studiare. Alla fine però dovranno arrendersi e tornare in Romania.
Colpa di comunismo è una storia al femminile che si concentra su esistenze per lo più marginali, ma nei margini, spesso, si nascondono libertà impensate. Elisabetta Sgarbi segue, come in un documentario, il viaggio delle tre donne attraverso la fitta rete di comunità rumene in Italia. La solidarietà, il coraggio e l’umiltà delle protagoniste, si contrappongono ai pregiudizi e agli stereotipi con cui devono fare i conti. Questi sono espressi dai personaggi maschili, che vedono le rumene tutte badanti, tutte brutte e facilmente disposte a favori sessuali.
Sullo sfondo delle vicende di Ana, Elena e Micaela, la banale verità arriva da due uomini rumeni che guardano una partita di calcio in tv: “Per una donna è più difficile ma una settimana di paga in Italia è quella di un mese in Romania”. Colpa di comunismo, un’ideologia che li ha allevati ma allo stesso tempo costretti alla fuga.
La pellicola riesce a rendere con realismo l’idea di una comunità numerosa e presente in ogni città del nostro Paese. Due mondi, rumeno e italiano, che si toccano continuamente ma lontani da una vera integrazione. Le tradizioni, il forte senso della religione, i balli tipici, restituiscono l’immagine di donne e uomini che vanno a mangiare la pizza ma vedono solo la televisione rumena, sempre in bilico tra amore e rigetto della patria.
Oltre alla regia, Elisabetta Sgarbi firma anche il soggetto e la sceneggiatura. A fare da sfondo alle storie delle tre donne, le musiche a cura di Franco Battiato.
- TITOLO: Colpa di comunismo
- PAESE: Italia
- REGIA: Elisabetta Sgarbi
- CAST: Ana Turbatu, Elena Goran, Micaela Istrate, Marianna Satmari, Alin Satmari, Giovanni Satmari, Associazione Badanti Nadija e la partecipazione di Gabriele Levada e Giorgio Moretti
- SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Elisabetta Sgarbi e Eugenio Lio
- MUSICHE: Franco Battiato
- DURATA: 86′