Locarno 69. “Stefan Zweig: Farewell to Europe”, biopic sul grande scrittore

LOCARNO (nostro inviato) – “Inerme e impotente, dovetti essere testimone della inconcepibile ricaduta dell’umanità in una barbarie che si riteneva da tempo obliata e che risorgeva invece col suo potente e programmatico dogma dell’anti-umanità.» (Stefan Zweig, Il mondo di ieri, Ricordi di un europeo)

Stefen Zweing é uno degli intellettuali piu’ conosciuti al mondo, un uomo che nella sua vita ha sempre portato come vessillo il rispetto dell’uomo e della sua libertà interiore, ha sempre lottato contro l’aridità di chi vive solo per il denaro e fiducioso in una società cosmopolita fondata sui valori intellettuali. Ha avuto un destino di peregrino, esule dalla sua Austria, dopo il Nazismo, perché privato, come molti altri colleghi, della liberta’ di espressione e artistica.Il suo esilio ci é raccontato in un film originale, che ha colpito, in un momento storico di ritorno del totalitarismo, per il suo essere cosi’ contemporaneo , Vor der Morgenrôte acclamato ieri sera al Festival del Cinema di Locarno, in Piazza Grande (titolo internazionale: Stefan Zweig: Farewell to Europe.).

La firma é dell’attrice/regista tedesca Maria Schrader. Il biopic racconta gli anni del grande scrittore ebreo, all’età di 60 anni, vissuti tra l’America del Nord e del Sud e in particolare in Brasile. Il flm apre con una lunga sequenza del suo arrivo in Brasile con tutti gli onori. Nel film emergono e ci fanno riflettere I temi della fuga dal totalitarismo,l’esilio, la perdita della lingua.Toccante il senso di colpa e di impotenza contro le mostruosità del nazismo un disperato stato d’animo che unito allo sgomento di vedere perdere tutte le cose nelle quali aveva fermamente creduto lo porteranno al suicidio, che chiude il film con una lunga sequenza. Ottima l’interpretazione di Josef Hader e di Fassbinder Barbara Sukova.

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