Standing ovation per le “Cinque donne del sud”: Beatrice Fazi, attrice, madre e moglie di successo

Ed è davvero riuscito “Cinque donne del sud” appena concluso al Teatro Sette di Roma, spettacolo scritto e diretto da Francesca Zanni e interpretato da una bravissima Beatrice Fazi.

Per 180 minuti la Fazi, di origine salernitana, riesce a calarsi in cinque donne di diverse generazioni, sperimentando più intercalari e dialetti, dal salernitano all’americano, dal milanese allo slang 2.0, con usi e costumi diametralmente opposti. Un monologo che in realtà è una commedia corale a una sola voce, ripercorre la storia della condizione della donna in Italia e nel mondo, attraverso le vicende personali di questa famiglia campana di sole donne, che dalla campagna salernitana approdano nella Grande Mela, poi in California, a Milano per infine tornare alle origini. “Perché bisogna sapere da dove si viene per sapere dove andare”. La Zanni con nonchalance ed estrema naturalezza alterna i modi e l’abbigliamento della matrona del sud a quelli pop anni’60, al look hippie anni’70 in perfetto stile Woodstock a quello yuppie della “Milano da bere” targata 90’s, per chiudere con l’abbigliamento “millenials” con felpa e auricolari wireless.

Commuovente, divertente ed esilarante la Fazi riesce a catturare l’attenzione del pubblico, che a suon di applausi esprime il suo consenso, con standing ovation finale. A contribuire a un tale successo non solo la sua magistrale performance, ma anche il brillante testo di Francesca Zanni, che in tono semiserio, tra comicità e ironia fa riflettere sulla condizione della donna e dei rapporti interpersonali dall’epoca del patriarcato alla rivoluzione sessuale, femminista a quella digitale, con evidenti ripercussioni sulla società. Una scena scarna corredata da proiezioni esemplificative che scandiscano le varie epoche, dove l’unica protagonista è Beatrice Fazi, che e alterna i costumi e le epoche, da un registro all’altro, con immediatezza ed estrema mimesi.

Spiega Beatrice Fazi: «Questo progetto teatrale nasce dal rincontro dopo tanti anni con Francesca Zanni, scrittrice, regista e commediografa, alla quale chiesi di scrivere per me un monologo che mettesse alla prova le mie capacità interpretative. Un’idea che è nata dopo aver assistito a “Io sono Mizia”, un brillante monologo recitato da Lucrezia Lante Della Rovere. Ormai a 45 anni volevo uscire dallo stereotipo dell’attrice comica e testare dopo tanta gavetta finalmente il mio talento. E Francesca (Zanni ndr) mi ha regalato l’emozione della mia vita dimostrandomi che non è stato tempo sprecato, con un testo complesso con tanti cambi di abito a vista e di personaggi e uno studio approfondito sui dialetti. Sono riuscita così a preparare lo spettacolo mentre ero in tournée con “Dentro la Tempesta” con Salvatore Striano al teatro Neri Parenti di Milano, dopo la prima al nuovo teatro Off Off di via Giulia. E oggi, nel mio principale ruolo di mamma di quattro figli e moglie, sto preparando una trasmissione su Tv2000 incentrata sul matrimonio, essendomi sposata due volte, la prima in Comune la seconda in Chiesa dopo la mia recente conversione, raccontata nel mio libro “Un cuore nuovo” edito da Piemme».

Una pièce assolutamente briosa, che merita di diffondersi in più teatri, coinvolgere, divertire e aprire menti e cuori non solo delle donne, ma anche dei tanti uomini che le accompagnano, talvolta confusi ma pur sempre curiosi e affascinati da tanta incomprensibile bellezza.

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