Taormina film fest. Sabina Guzzanti, la forza dirompente delle verità satiriche

TAORMINA (nostro inviato) – Grande Masterclass al Taormina film Festival 64 con Sabina Guzzanti accattivante, comunicativa e simpatica: ha affascinato la Platea del Palazzo dei Congressi. Presentata dalla giornalista e direttrice artistica Silvia Bizio, incarna il prototipo di chi si batte per i suoi valori e la sua professione, come dimostra il fatto che, nel corso della sua carriera, si sia autoprodotta rinunciando ai percorsi più o meno limpidi che portano a sovvenzioni di Stato. 

In un festival con molti elementi “in Rosa” un dato importante è che i ruoli chiave nella cinematografia vedano una sempre maggiore presenza di donne. La regista ha sottolineato come in passato sia stato molto più difficile affermarsi in questo e in altri ambiti lavorativi: adesso è più facile fare l’attrice comica o l’autrice perché c’è più consapevolezza, anche se è necessario ancora lottare contro i pregiudizi di un mondo maschilista. 

Mondo che rifiuta che una donna abbia idee politiche ben precise e le manifesti apertamente. E – ha evidenziato la Guzzanti – in Italia si tende in questi casi a diffamare la persona piuttosto che discettare dei contenuti. Il 19 è stato l’anniversario della morte di Borsellino e sua figlia ha posto delle domande chiare, tuttora inevase, perché non c’è rispetto per valori, contenuti o persone, che ne siano portatrici. La Guzzanti ha aggiunto che una donna che “metta bocca” su temi politici è considerata un’isterica, esaltata o pazza; gli avversari di sesso maschile etichettati come malfattori: i diversi punti di vista non sono democraticamente ascoltati ma sottaciuti, sporcati o eliminati. Che una donna si affermi è vissuto quasi come eccezione e non possibilità del genere femminile.

Alla mia domanda sui suoi esempi artistici, Sabina Guzzanti ha citato Franca Valeri – che il 31 luglio compirà 98 anni – per le sue qualità di attrice e comica, e per la forza e la tenacia dimostrate nell’arco dell’intera carriera. Nel panorama attuale la preferita è Elisabeth Moss, protagonista di “The handmaid’s Tale”. La comica romana, ha sottolineato come ultimamente si sia occupata soprattutto di regia e scrittura di testi, piuttosto che indossare i panni dell’attrice a tempo pieno, riservandosi in futuro la possibilità di apparizioni interpretative.

 “La trattativa” – ha detto la regista – suo docu-film del 2014, è stato un fenomeno particolare: pur non avendo avuto un successo nazionale nelle sale (osteggiato da più parti per il tema trattato: ossia la trattativa tra Stato e Mafia dei primi anni ‘90) è stato visto da quasi centomila persone, grazie a canali distributivi alternativi. Eppure quando il film è stato proposto da Carlo Freccero alla Rai, ha detto la Guzzanti, la risposta è stata che trattavasi di prodotto vecchio e inutile. E’ così – ha continuato l’attrice – che si alimentano i voti di protesta, perché non si vogliono svelare i misteri che hanno dilaniato l’Italia negli ultimi quarantacinque anni e si tenta di seppellire piccoli barlumi di verità, cercando di bloccare chi cerca rivelare verità difficili. Anzi, ha aggiunto, verso questi vi è forte intolleranza. Cosa che genera voglia, da parte della gente che si sente raggirata, di mandare a“ fanc…” tutti. Malcontento che, se non è adeguatamente convogliato, può portare a successivi problemi.

“ Me ne voglio andare dall’Italia”, è stata una sua affermazione, poiché tutto in Italia si può fare , ma c’è troppa ipocrisia, poca voglia nell’ambito della cultura e del cinema di tirarsi fuori da una crisi ancora superabile. Il “Tg Porco”, tra le produzioni recenti della Guzzanti, ad esempio, vive del crowdfounding.E’ un prodotto scomodo che era stato trasmesso da La7, ma non è stato rinnovato il contratto, nonostante accordi presi. Peraltro il nome del programma nacque dal fatto che l’attrice era a Berlino a presentare “ La Trattativa” in un negozio a più piani che vendeva maschere e, vedendo quella di un maialino, le è arrivata l’ispirazione. Voleva proporre verità dure con “ la maschera “ della satira e della giocosità, cosa che oramai in Italia è da anni impossibile a causa una sottocultura che spinge a non pensare e a essere solo devoti all’immagine.

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