Taormina film fest 66. Svelate le prime peculiarità

Apre “Il était un petit navire” (The was a little ship) di Marion Hӓnsel; la prima star annunciata è Nicolaj Coster-Waldau; la locandina ricca di passione è firmata da Ginevra Chiechio 

TAORMINA – Il Taormina Film Fest toglie il velo ai primi elementi peculiari della sua sessantaseiesima edizione rivelando la pellicola che aprirà le kermesse ossia “Il était un petit navire” (There Was A Little Ship) della director belga Marion Hänsel (prematuramente e recentemente mancata); palesando la prima star, ossia quel Nikolaj Coster-Waldau (che verrà tributato di uno dei Taormina Arte Award nella serata finale del 19 luglio al Teatro Antico) che tanto successo ha ottenuto nella serie ”The games of Thrones” (Il trono di spade); mostrando la locandina di questa edizione, firmata dalla giovane Ginevra Chiechio che, anche attraverso la passionalità “gattopardesca” dei personaggi del logo, ha significato il rinnovarsi della kermesse (in sala e in prevalenza in streaming su Mymovies dall’11 al 19 luglio) per rinsaldare il passato successo secondo la celebre frase del Gattopardo: “Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi”.

Marion Hänsel, belga pur essendo marsigliese di nascita, rappresenta un punto di riferimento per la cinematografia belgo-francofona ed è un’artista poliedrica (essendosi spesa nell’attività di produttrice e screenwriter, oltre che di director) nota in tutto il mondo per le sue quattordici direzioni di lungometraggi, che le sono valse il Leone d’argento per l’opera prima nel 1985 a Venezia per “Dust”e il Premio della giuria ecumenica – Menzione speciale a Cannes nel 1995 per “Between the Devil and the Deep Blue Sea”, ottenendo buon riscontro di critica anche per “The Quarry – La cava “del 1998. Al Taormina Film Fest verrà proiettata la première italiana di “Il était un petit navire” (There Was A Little Ship), pellicola nata durante i momenti trascorsi in ospedale da questa regista, nata nel 1949, che ha voluto far rivivere in un film le principali mete geografiche raggiunte e vissute nel corso della sua vita, sviscerando per immagini il forte attaccamento al mare e ai fiumi, tanto da rappresentare i luoghi muovendo dai riflessi filmati dei loro specchi d’acqua.

Nikolaj Coster-Waldau, universalmente noto per aver personificato Jaime Lannister in tutte le stagioni di “Games of Throne” (serial che gli ha consentito di ricevere parecchie nomination per premi quali Screen Actors Guild Award, il Critics Choice Television Awards, Primetime Emmy Award), sarà uno dei personaggi cinematografici illustri, con una carriera che, dopo aver intrapreso gli studi presso la Danish National School of Performing Art ed essersi impegnato in opere teatrali quali l’Amleto, lo ha visto affermarsi nella cinematografia danese con ”ll guardiano di notte” (1994), di Ole Bornedal, per esplodere a livello internazionale con lungometraggi quali “Enigma” (2001) di Michael Apted, ”Black Hawk Down – Black Hawk abbattuto” (2001) e“Le crociate – Kingdom of Heaven” (2005), diretto in questi ultimi due film da Ridely Scott, “Oblivion” di Joseph Kosinski (2013), “Second Chance “di Susanne Bier (2015), “Gods of Egypt” di Alex Proyas (2016) e “Domino” (2019) di Brian De Palma.

La locandina che simboleggerà la kermesse della città del monte Tauro, si deve alla creatività di Ginevra Chiechio, che ha ottenuto l’alloro universitario in design e comunicazione. La Chiechio ha voluto trasporre l’incanto di sensi di due dei protagonisti (Tancredi e Angelica) de “Il Gattopardo”, portato sullo schermo da Luchino Visconti e Palma d’oro a Cannes nel 1963.  Le due figure sono effigiate astraendole dal consesso della sala da ballo, mentre le loro emozioni li coinvolgono con una passionalità che la Chiechio ha voluto tradurre anche nello sfondo dal significativo rosso, in sintonia con l’ardore emozionale che suscitano le bellezze della Sicilia. Il toro che emerge in mezzo al sessantasei (numero dell’edizione) sembra sostenere benevolmente questo festival sapientemente orchestrato dalla Videobank di Lino Chiechio e Maria Guardia Pappalardo e dai direttori artistici Leo Gullotta e Francesco Calogero.

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