Teatro Quirino: successo di pubblico e critica per “Uno, nessuno e centomila”

ROMA – Si apre il sipario al Teatro Quirino di Roma sul classico pirandelliano “Uno nessuno centomila” con il maestro Pippo Pattavina nel ruolo di Vitangelo Moscarda e la beniamina del teatro Marianella Bargilli, nei panni sia della moglie che dell’amica Maria Rosa.

Un acclamato ritorno per la Bargilli, che mancava da due anni sul palco del teatro, di cui è anche socia e che quest’anno compie 150 anni. Ad accoglierla una sala gremita, che non lesina applausi e mostra gradimento per questa prima pirandelliana per la regia di Antonello Capodici, rimasto fedele alla versione originale, arricchita da una scenografia imponente e all’avanguardia; a ogni cambio scena corrisponde un cambio nell’allestimento che da un iniziale trionfo di bianco si apre a scrigno, adattandosi ai vari ambienti: dalla casa di Vitangelo Mosca, alle strade di Lichieri, alla banca, sino al manicomio, riflettendo il vortice affannoso in cui finisce il protagonista. Sarà la scoperta di un insignificante dettaglio fisico – il naso che pende a destra – a dare il via a una serie di psicosi in Vitangelo Moscarda, che si rende allora conto, di essersi visto davvero per la prima volta.

Ed è in questo snodo narrativo cruciale che si evince la maestria di Pippo Pattavina, che da un registro comico passa a uno drammatico, mostrando i primi segni della pazzia resi evidenti dalla comparsa di pensieri ossessivi, come la rievocazione del ricordo di suo padre – il fondatore della banca – che lo rimproverava, sin da allora, per le sue fissazioni. « In monologhi di una certa levatura come questi è importante saper cadenzare le pause, modulare il tono e trascinare la parola, laddove necessario, per infondere nel pubblico una certa suspense grazie alla “maestria un po’ ruffiana” dell’attore consumato, che rende così lo spettatore parte integrante della messa in scena»  chiarisce l’attore siracusano, 83anni e circa 65 passati sui palchi di tutta Italia. Un’esperienza che è evidente sia nella capacità di accattivarsi il favore del pubblico sia nel climax tragico, nel quale si assiste alla deriva folle del protagonista: da iniziali comportamenti apparentemente inspiegabili sino alla manifestazione di chiari segni di follia. Il tutto senza però dissipare il dubbio che il vero “matto” sia chi non riesce a guardarsi dentro, al di là degli “stereotipi” che assurgono a vere e proprie maschere imposte dalla società.

Ad accompagnarlo, nel duplice ruolo femminile sia della moglie Dida che dell’amica Maria Rosa, compare, in forma smagliante, Marianella Bargilli che seduce il pubblico con la sua grazia e colpisce per la naturalezza con la quale passa dal personaggio frivolo della moglie a quello complesso di Maria Rosa, dotata di una dissennatezza che le consente di comprendere la verità di Vitangelo Moscarda.  E spiega Marianella Bargilli stessa: « Maria Rosa rappresenta il personaggio chiave della tragedia, che nella sua lucidità folle si rispecchia nel protagonista, che tenta di uccidere, in un estremo atto di amore, proprio perché le suscita emozioni che rifugge: è il suo femminile speculare. Un testo complesso non solo per il pubblico, ma anche per noi attori: ogni volta che entro in scena, mi ripeto a mente le battute per interiorizzarle il più possibile» .

Affascina il tema dell’identità e della nevrosi, che proprio nel Novecento si affaccia nella società con l’avvento della psicoanalisi: un tema ancora oggi attuale, con lo spopolare dei social-network e delle numerose identità virtuali che ciascuno di noi può assumere, con evidenti ripercussioni sulla personalità dei più fragili. Una riflessione acuta e senza tempo, che induce a meditare sul vero significato dell’esistenza.

Al teatro Quirino di Roma, dal 25 al 30 gennaio

“Uno, nessuno e centomila”

di Luigi Pirandello

regia Antonello Capodici

con Pippo Pattavina, Marianella Bargilli, Rosario Minardi, Mario Opinato, Gianpaolo Romania

musiche originali Mario Incudine

scene Salvo Manciagli

produzione ABC Produzioni e ATA Carlentini

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