ROMA – Fino a domenica 30 ottobre Silvio Orlando racconta alla platea del Teatro Quirino la storia di Momò, un bambino arabo che cresce nella banlieu parigina di Belleville, accudito da Madame Rosa – una ex prostituta ebrea scampata ai campi di sterminio nazisti, – che gestisce una pensione per figli di prostitute che non possono tenere i bambini con sé.
Il romanzo, che Romain Gary pubblicò nel 1975 sotto lo pseudonimo di Emile Ajar, è un testo affollato di personaggi che vivono nel quartiere di Momò. Per questo non era semplice rendere giustizia alla storia di Gary attraverso un adattamento teatrale in forma di monologo, eppure Silvio Orlando riesce a farlo brillantemente. Descrive le sfaccettature dei personaggi e mantiene fede alla forte voce narrante di Momò, guidando lo spettatore tra le pagine del libro, lungo i dedali delle strade di Belleville, passando per i sei piani del palazzo in cui vive, fin dentro al salotto di Madame Rosa, “una donna che avrebbe meritato un ascensore”.
Lo sguardo ironico di Momò, con il suo linguaggio gergale e colorito, resta il punto di osservazione ‘privilegiato’ che porta la platea – così come il lettore – all’interno di una realtà complessa e multietnica. Una realtà lontana nel tempo e nello spazio – siamo a Parigi negli anni ’70 – ma con problematiche oggi più che mai attuali. Orlando eccelle nel tenere il palco da solo, con l’unica eccezione dei talentuosi musicisti, diretti da Simone Campa, che con i loro strumenti accompagnano e impreziosiscono il monologo dell’attore.
Le luci di Valerio Peroni sono un elemento fondamentale. Sono colorate e leggere quando Momò racconta scene dalla sua vita quotidiana nel quartiere, ma diventano intense se parla dell’affetto che due persone come lui e Madame Rosa condividono quando uniscono le loro solitudini. Lo spazio del palco, con la scenografia semplice ma variopinta, rappresenta le mura domestiche della pensione di Madame Rosa, ma grazie alla bravura di Orlando si amplifica fino a inglobare prima Belleville e poi tutta Parigi.
Nel narrare la storia di Momò, Orlando ne ha messo in scena l’ironia sottile e la natura giocosa, ma soprattutto ha fatto suo il messaggio che Romain Gary racchiuse nelle ultime parole del suo romanzo: bisogna voler bene. Sono queste stesse parole a chiudere lo spettacolo.
Cardellino srl
presenta
SILVIO ORLANDO
LA VITA DAVANTI A SÉ
18 – 30 ottobre 2022
Tratto dal romanzo La Vie Devant soi
di Romain Gary
traduzione Giovanni Bagliolo
edizione Biblioteca Neri Pozza
Direzione musicale Simone Campa
con
l’Ensemble dell’Orchestra Terra Madre
Simone Campa chitarra battente, percussioni
Maurizio Pala fisarmonica
Kaw Sissoko kora, djembe
Marco Tardito clarinetto, sax
scene Roberto Crea
disegno luci Valerio Peroni
costumi Piera Mura
organizzazione Maria Laura Rondanini
direttore di scena Luigi Flammia
capo elettricista Massimo Polo
fonico Gianrocco Bruno
amministratore di compagnia Vittorio Stasi
consulenza amministrativa e organizzativa Teresa Rizzo
riduzione e regia di SILVIO ORLANDO