ROMA – Luglio 2006. Il giovane genio della comunicazione Leonardo Zuliani è scomparso ormai da sei mei e a Roma è in corso una grande manifestazione di solidarietà che affolla Trastevere, il quartiere dove l’attivista viveva.
Tutte le televisioni ne parlano e il telegiornale trasmette un documentario che racconta la sua vita avventurosa, con le numerose testimonianze delle persone che lo conoscevano: la mamma, la sorella, gli amici e tanti personaggi, più o meno noti, che negli anni si sono confrontati con lui e con le sue invenzioni innovative e stravaganti. Tutti si fanno la stessa domanda: che fine avrà fatto davvero Leonardo Zuliani? Fumettista di successo, stilista visionario, scrittore di talento e attivista dei diritti civili: possibile che questa improvvisa sparizione sia un’altra delle sue trovate?
“Pecore in erba” è il primo film di Alberto Caviglia, che ne ha curato interamente la regia e la sceneggiatura, partecipando al Festival del Cinema di Venezia appena concluso. La struttura sotto forma di documentario è innovativa e interessante, soprattutto perché affronta, in modo decisamente diverso dal solito, un tema storicamente complesso: l’antisemitismo. Leonardo Zuliani, infatti, sembra essere il portatore sano del gene dell’antisemitismo, ma, nonostante ciò, è considerato da tutti un genio incompreso e la sua improvvisa sparizione lascia un vuoto inspiegabilmente incolmabile nell’opinione pubblica, assuefatta a qualsiasi cosa.
Ironico, brillante e pungente: la sua costruzione originale rende questo film molto attuale e esalta la capacità del regista di giocare col grottesco spirito della nostra società attraverso una nuova forma di satira. Il gioco tra personaggi immaginari, come Leonardo, e reali, come i giornalisti e i politici che hanno prestato il loro volto, tutti inseriti in contesti realistici, avvicina lo spettatore, rendendo ancor più verosimile la storia, seppure iperbolica. Tuttavia resta qualche punto oscuro, lento, farraginoso, che la cornice documentaristica della pellicola rende più ostico di quel che potrebbe essere. È un film che va guardato con attenzione, non lasciandosi catturare solo dalla freschezza dei dialoghi, sotto forma di intervista. Va analizzato con cura e bisogna dare atto al regista, Alberto Caviglia, che la sua abilità di cogliere il ridicolo anche in temi tanto profondi ci permette di fare molte riflessioni sul nostro stravagante Paese, al di là delle ideologie e dei pregiudizi: l’ironia è una cosa seria!
REGIA: ALBERTO CAVIGLIA
SOGGETTO: ALBERTO CAVIGLIA
SCENEGGIATURA: ALBERTO CAVIGLIA e BENEDETTA GRASSO con la collaborazione di PAOLO COSSEDDU
FOTOGRAFIA: ANDREA LOCATELLI
SCENOGRAFIA: ANDREA CASTORINA
MONTAGGIO: GIANNI VEZZOSI
COSTUMI: SARA FANELLI
MUSICHE: PASQUALE CATALANO
SUONO: ALESSANDRO BIANCHI
CASTING: STEFANIA RODA’
DISTRIBUZIONE: BOLERO FILM
PRODUZIONE: LUIGI MUSINI E OLIVIA MUSINI per ON MY OWN con RENATO RAGOSTA in associazione con PAOLA e RICKY LEVI
IN USCITA: 24 SETTEMBRE 2015