Libri. “Beatrix”. Intrighi d’amore alla Balzac. Recensione

“Beatrix” è uno dei romanzi meno conosciuti di Honoré de Balzac ma, se non ci si stanca delle sue digressioni prolisse anche se bellissime, assolutamente godibile.

La scena si svolge nell’antico borgo di Guerande, adagiato in Bretagna. Narra del ventenne Callyste de Guenic, nobile ingenuo e provinciale,  che si innamora perdutamente prima di Felicité, una scrittrice sopra i quaranta, poi di Beatrix, una spregiudicata marchesa sopra i trenta. Le due hanno in comune un’amicizia che deriva dall’aver amato lo stesso uomo e dall’essere esponenti femminili di una Parigi che – siamo intorno al 1840 – sfida la società dell’epoca. Soprattutto Felicité che firma i suoi romanzi con lo pseudonimo maschile di Camille Maupin, personaggio ispirato a George Sand. Al tempo stesso  donne di temperamento profondamente diverso: intelligentissima e materna Felicité, civettuola ed egoista Beatrix. Felicité consapevole dell’enorme differenza d’età con Callyste sarà capace di sacrificare la sua passione,  Beatrix al contrario lo calpesterà fino a condurlo alla rovina, ma sarà lei che Callyste preferirà. 

Se non stessimo parlando di uno scrittore geniale, questo intreccio per appassionate di letteratura rosa, potrebbe apparire  uno scadente feuilleton. Nei fatti non lo è. Non è il genere che fa il distinguo, bensì come lo si scrive. Honorè de Balzac,  raffinatissimo psicologo, coglie in profondità i sentimenti che sfidano le mode. Ecco come spiega ad esempio la predilezione dello sprovveduto Callyste per l’astuta Beatrix:”Ci sono uomini nobili, belli, ricchi, distinti, bene educati come Calyste che magari senza esserne coscienti si annoiano d’essere sposati a donne simili a loro (…). Li seduce il contrasto fra la degradazione morale e il sublime. La purezza brilla talmente accanto all’impurità! (…)Se abbiamo visto grandi uomini fare la parte di Gesù che rialza l’adultera, dovremmo aspettarci maggiore saggezza dalla gente comune?”Accanto a Beatrix, Felicitè alias Camille Maupin, la scrittrice che firma con nome d’arte maschile, è una figura tragica: una diversa, ancor più nella sua epoca, per quel temperamento indipendente che la rende mascolina e solitaria, la conduce a una conclusione penitenziale.

Ora, pur avendovi raccontato molto, nulla vi ho detto di questo intricatissimo romanzo, che in qualche modo ricorda le atmosfere de “Le relazioni pericolose”, con svolte inaspettate e voli pindarici, tele di ragno psicologiche, nei fatti un labirinto di adulteri e trasgressioni dell’anima, dove le pie nobildonne si fanno intriganti giustificandosi con la pietà, dove la condanna maggiore sembra essere quella di una vita sempre uguale, monotona e prevedibile tra le quattro mura domestiche.

BéatrixHonoré de BalzacUniversale economica FeltrinelliPag. 318Euro 10.00
   

 

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