Dacia Maraini: il corpo e l’ingiustizia

Il nuovo libro di Dacia MarainiCorpo felice (Rizzoli)racconta di un figlio perduto, nato morto a sette mesi di gravidanza.

Cosa ci sia di felice in un corpo di donna dilaniato da un parto lacerante è la scrittrice stessa, con la sua lucidità visionaria, a spiegarlo tra le pagine di un libro che alterna momenti di intimità familiare a momenti di riflessione colta e profonda sulla condizione della donna, in un dialogo continuo col figlio a cui dà il nome significativo di Perdu: “quello che si chiedeva alla divinità materna era un corpo felice. Capisci quello che voglio dire, Perdu? Mi chiedi cosa intendo per corpo felice. Be’ un corpo fertile, capace di partorire figli, ma anche pensieri e desideri, progetti e sogni. Le ragazze di ogni latitudine ed etnia si inginocchiavano davanti a queste immagini di fertilità ed abbondanza per chiedere un corpo felice. Un corpo che sapeva essere felice e dare felicità”.

È dal corpo fertile di scrittrice che nasce questo “bambino fantasma” e il suo dialogare con lui sin dal grembo materno e poi – per sopravvivenza, per non annullarsi nel dolore – lungo il corso della sua intera esistenza di madre nascosta: “a quel bambino, con cui mi ero abituata a parlare in un linguaggio tutto nostro e segreto, ho continuato a rivolgermi con dolcezza per non lasciarmi andare alla inerzia della disperazione”. Fino ad affrontare con lui l’adolescenza e le sue ribellioni; fino ad accompagnarlo all’età adulta e all’amore.

Dialogare con Perdu, rispondere alle sue domande di bambino, alle aggressioni adolescenziali, ai dubbi dell’uomo adulto e innamorato; portarlo con sé, sempre, a riempirsi gli occhi e il cuore di arte, musica, libri, racconta di un sogno -come tanti tra le pagine della Maraini- che diviene il luogo attraverso il quale esercitare la propria maternità. Ed ecco che queste pagine educative e pedagogiche rivolte a un figlio perduto diventano un pretesto per affrontare un argomento caro alla scrittrice e molto attuale: la donna e la sua storia di limitazioni, abusi, sopraffazioni, in passato riconosciuti come naturali e legittimi, oggi più subdoli, ma non per questo meno aggressivi e violenti. Per poi approdare, nelle pagine finali, ad un’analisi lucida e a posteriori sui fallimenti e le vittorie del femminismo.

La scrittrice racconta la perdita con limpidezza, con la consapevolezza cruda e concreta di chi lo ha vissuto e sa di non poterlo dire se non nella sua realtà di strappo doloroso: “tanto ero attaccata a lui che non volevo lasciarlo andare. I medici poi mi hanno detto che mi davano per persa, perché mi rifiutavo di espellere il bambino morto e cacciavo fuori tanto sangue che presto sarei rimasta senza. Loro continuavano a tirare, a trafficare per portarlo al mondo, ma il piccolo si aggrappava al mio ventre e io a lui”.

È il sentimento di ingiustizia ad aprire il libro, nel racconto delizioso di una Dacia bambina che, rimproverata ingiustamente dai genitori, scappa dalla sua casa di Kyoto, in Giappone, per essere poi ritrovata nella caserma di polizia mentre conversa allegramente coi poliziotti. E il racconto dell’aneddoto ci trasporta sin da subito nel mondo della scrittrice, nel mondo di Dacia che si ribella a un rimprovero ingiusto, a una vita già scritta a tavolino per il suo “corpo felice” di donna, a una società che vuole quei corpi di donne o sopraffatti, o derubati, o esibiti. La Dacia che si ribella all’ingiustizia di perdere un figlio: “perché, mi ripetevo ostinata e piangente, perché un bambino delizioso, dai grandi occhi azzurri come la nonna e la madre, il ciuffo castano come il padre, doveva andarsene così presto? Per quale ragione un bambino che già mi parlava, mi prendeva a calci per gioco, rideva se gli facevo il solletico, mugolava di felicità pregustando un futuro comune, se ne doveva andare così, senza salutare? Perché un utero caldo e accogliente doveva trasformarsi in una tomba gelata?”. Fino a crescerlo vivo e reale nel suo grembo di scrittrice, non più, mai più, strappato via dalla morte, ma solo dall’amore, l’unico vero corpo felice che dona felicità.

Scheda libro
Autore: Dacia Maraini
Titolo: Corpo felice
Editore: Rizzoli
Collana: Narrativa
Prezzo: € 18,00
Pagine: 240
In libreria dal 13 novembre 2018

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