“BMW Golf & Classic Car”. Quando al golf incontri un’auto d’epoca

ROMA – Il golf è decisamente un gioco raffinato. Da due anni è sport olimpico, dopo un debutto nel 1900. Collezionare auto d’epoca non è uno sport, ma è di grande eleganza. Due mondi che non potevano non incontrarsi. Ed ecco una giornata dedicata allo stile e alla passione per avvicinare al golf i collezionisti di auto d’epoca, organizzata a Roma dall’Olgiata Golf Club con uno sponsor importante. 

Le automobili di oggi sono tecnologicamente perfette, pratiche, indispensabili alla vita moderna, insostituibili. Le auto d’epoca non sono niente di tutto questo, ma sono belle e fascinose. Non c’è avveniristico Suv di oggi che possa competere con una Bugatti.  Ma di questo sono convinti in pochi, quell’élite di fortunati che possono permettersi di tenere in garage una lussuosa auto d’epoca vivendo la stessa emozione che prende chi può tenere in scuderia un purosangue o in salotto un Renoir.  Giusto, quindi, il binomio golf-auto d’epoca, un incontro destinato a durare nel tempo. 

Una splendida domenica di sole, con il termometro in verità un po’ troppo sopra le righe, ha accolto al circolo del Golf dell’Olgiata la prima edizione del “Golf & Classic Car” sponsorizzata da BMW Roma. La nota casa automobilistica bavarese ha nelle sue sedi romane un piccolo lotto di modelli d’epoca appena usciti da un sapiente restauro o in corso di lavorazione. Ne fanno fede i due modelli presentati all’Olgiata Golf Club a far da richiamo per gli appassionati: una “503” cabrio del 1957, nera, con gli interni in pelle, fu costruita, in soli 413 esemplari, fra cabrio e coupé, non tutti salvati dall’oblio, e una BMW 3000 SCL del 1972, di un delizioso colore originale carta da zucchero. La marca tedesca ha presentato anche due motociclette, una R 69una R 75 cariche di anni e di gloria avendo battuto con successo molti circuiti. Accanto, un pezzo raro: un Benelli City Bike del 1968, perfettamente restaurato, che il socio Fabrizio Vitali non ha resistito alla tentazione di metterlo in mostra prima di decidersi a metterlo in vendita, e con il quale ha fatto uno baldanzoso arrivo sul piazzale del Golf.  Ha avuto anche quello il suo gruppo di ammiratori. 

Naturalmente, le due BMW della scuderia di casa non erano in competizione, ma non hanno certo fatto sfigurare le auto in gara, che si sono contese i premi in palio: il primo “BMW Golf & Classic Car” è stato, infatti, un concorso di eleganza che ha presentato modelli di riconosciuta qualità, di tutte la marche purché costruite prima del1979, quindi ultraquarantenni. Ma ce n’erano di più anziane, come la Lancia Augusta del 1935, firmata dal carrozziere torinese Casaro: nera, bellissima con il suo cruscotto di legno, il volante a destra com’era nello stile Lancia dell’epoca, molto apprezzata dalla giuria la totale assenza di anacronistiche cinture di sicurezza presenti, invece, su altre vetture meno autentiche. 

A passarle in rivista sotto le bandiere sventolanti del Circolo del Golf è una gioia degli occhi. Fra le più belle: una Dino Ferrari, una Morgan 4, una Mercedes  190 SL, una Citroen deux chevaux, una Austin Healey 3000, una MG B, una Rover   V 8  3500 S, una Porsche 1600 Super, una Jaguar 3,8 litre, un’altra Jaguar E Type 4,2. Cenerentola, ma non meno ammirata, una  rossa Fiat 500  elaborata da Giannini che di anni ne ha parecchi, ma non li dimostra, tanto perfetto appare il suo restauro.

Dopo essersi fatte ammirare tutte schierate sul piazzale della Stella, le auto dei concorrenti, golfisti o no, sono passate al giudizio della giuria verso la buca 18, per poi tornare alla parata iniziale sotto il sole dardeggiante. 

Tutti i concorrenti, il cui  numero per essere la prima edizione del  raduno è stato senza dubbio lusinghiero, si sono divisi i premi in palio: quello per la carrozzeria, chiusa a uno o più volumi o aperta cabrio o roadster, quello per il costruttore italiano, quello per la macchina straniera, quella sportiva o comunque con un cuore da corsa, infine per la machina più elegante senza tempo, vale a dire un classico. Ai voti della giuria si sono aggiunti quelli del pubblico, che ha votato  sicuramente cedendo all’emozione più che alla competenza. I concorsi di eleganza per auto d’epoca hanno sempre dei vincitori ma mai dei vinti, perché la competizione fra gentlemen del volante è tutt’altro che spietata e prevale il fair play.    

Alla gara di eleganza delle auto si è affiancata  una combinata di golf, secondo la formula stableford in tre categorie aperte a tutti giocatori  il cui nome era stato abbinato al modello  di auto in competizione. Ogni  squadra era composta da un giocatore di golf  abbinato a una vettura.  Insieme, hanno vinto i golfisti più bravi e  le auto  più belle.

Madrina d’eccezione della manifestazione è stata la giovane signora Prisca Taruffi, figlia dell’indimenticato Piero e autrice del libro La vope argentata, una raccolta di testimonianze sul grande pilota di auto e moto, ma anche progettista,  collaudatore, recordman e costruttore di auto da corsa. Non a caso a lui è  intitolato l’autodromo di Vallelunga. Giornalista, sportiva azzurra d’Italia  con due titoli iridati  in automobilismo e golf,  Prisca è nata  due anni dopo il ritiro ufficiale dalle corse del padre di cui conserva bellissimi ricordi. E ne ha parlato a sera alla cena di gala che ha concluso il primo “Golf & Classic Car”, una manifestazione di indubbio successo. 

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