ROMA – Erano passati quattro anni dall’ultima volta in cui il rocker emiliano aveva messo piede su di un palco, e ieri finalmente, ha posto fine all’astinenza dei suoi fans, con un super spettacolo.
Mondovisione, così si chiama il suo tour, che ha preso il nome direttamente dall’ultimo album di Luciano Ligabue, già dalla sua prima data è stato subito sold out registrando più di sessantamila persone nello stadio Olimpico di Roma.
Il concerto si è aperto sulle note di “il muro del suono”, che ormai da qualche settimana è una delle hit più ascoltate sulle nostre radio, e con un Luciano in versione 2.0, come lui stesso si è definito, che nonostante un aspetto più maturo, non perde il suo fascino e la sua anima rock.
La serata è proseguita con altri nuovi grandi successi, senza dimenticare di buttare un occhio al passato, con le canzoni che non solo hanno fatto la storia del Liga, ma che hanno segnato la storia personale di ognuno di noi, e allora ecco che il giorno di dolore che uno ha viene completamente dimenticato quando ci si ritrova ad urlare contro il cielo o a ballare sul mondo.
Tra balli, canti, energia, e qualche lacrima la notte sembra scorrere velocemente, ma Luciano ci ha abituato ai suoi favolosi monologhi, e nemmeno questa volta ha deciso di deluderci, ed ecco che mentre sullo schermo scorrono degli aforismi cari al cantante, da J. Hendrix a I. Montanelli, lui ci fa un piccolo resoconto del tempo in cui viviamo, un tempo di sacrifici, di prese in giro, di disoccupazione, di politica che fa tutto meno che occuparsi del proprio popolo, e quando la coscienza prende il posto dell’entusiasmo, partono le prime note di una canzone, la sua canzone che mai come ora dobbiamo rendere nostra, il meglio deve ancora venire, e di nuovo lo stadio torna ad esplodere.
Il tour proseguirà percorrendo quasi tutta l’Italia da nord a sud terminando il 20 settembre a Bari, sempre che Ligabue non ci riservi qualche sorpresa, considerato anche l’enorme afflusso di persone che si prevedono per tutti i suoi concerti.