La differenza tra un erasmus e Orazio era che il primo sapeva che a gennaio-febbraio sarebbe ritornato alla vita di sempre, mentre il secondo non sapeva a cosa andava incontro e se sarebbe mai tornato, visto che di questo aveva paura. Si perché se non avesse trovato niente per mantenersi a Santiago sarebbe dovuto ritornare a quella tanto odiata cittadina del Veneto.
Si sarebbe accontentato di tutto, ma sapeva che anche lì c’era una situazione di crisi lavorativa non indifferente. “Non importa” pensava lui. Era l’unica cosa che lo faceva sentire vivo in quel momento, andarsene, non vedere più suo cugino, i soliti quartieri, tutti quei vecchi che non volevano morire. In realtà una cosa gli sarebbe mancata, la sua famiglia, la sorella, che era il suo oracolo, la sua cagnolina che era la sua compagna…
Una serie di cose che tutti i giorni lo facevano sentire bene. Che bello era ricordare i momenti in cui era bambino. Ad Orazio venivano dei flashback, si ricordava di quando suo padre si sedeva sul suo letto e lo rimproverava per quello che di male aveva fatto ma nello stesso tempo gli veniva alla mente quel senso di protezione che con la crescita svanisce. Che bello era sentirsi al sicuro nella propria casa, sempre protetto dal mondo esterno. Ma ora sentiva la pressione di quel mondo tutta su di sé; si perché la gente corrotta dal sistema vede un ragazzo di 29 anni come uno che deve oramai cominciare a piegarsi e ad accettare l’idea della schiavitù che il capitalismo impone per natura. Ma la testa di Orazio non ragionava in quel modo, anche se qualche volta per questioni di sopravvivenza schiavo lo era stato; ma più faceva questo tipo di lavori, più si rafforzava la sua volontà a non farli nuovamente. Era al limite, sarebbe arrivato in Spagna con la voglia di fare anche questo pur di starsene fuori per un po’.
“Guille!!!!!!!!!! Come stai!!!????”- disse Orazio una volta arrivato all’appuntamento nella Plaza Roja, che si trovava nella parte nuova di Santiago. “Che bello rivederti!!!!”. Orazio era felicissimo di rivedere un vecchio amico di Juan ma anche suo, con il quale aveva condiviso momenti felici in Spagna e in Italia quando Guille era stato per un soggiorno di studio. Guille studiava medicina ed era all’ultimo anno, poi avrebbe dovuto sostenere un esame per poter completare il ciclo di studi che lo avrebbero portato a lavorare come medico. L’entrata a Santiago fu subito magica, di festa ed in effetti una volta arrivati a casa di Guille, Orazio stava già festeggiando il compleanno di una ragazza norvegese che era li in erasmus. Quindi subito Orazio si immerse con molto piacere nella conoscenza di nuove persone. In quel momento stava respirando aria pura.