Benzina, calano i consumi. A pagare ogni giorno di più sono gli automobilisti

ROMA – Come confermato oggi dai dati del Centro Studi Promotor GL, mentre il consumo della benzina è in calo, aumenta notevolmente la spesa a carico degli automobilisti.

L’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori, ha recentemente stimato le variazioni rispetto allo stesso periodo del 2011: gli aggravi sono pari a +35 centesimi al litro.
Questo si traduce in salate ricadute per gli automobilisti e per tutti i cittadini ingenerale, con aggravi di +768 Euro annui (pari a 49 giorni di spesa alimentare di una famiglia media). Nel dettaglio, le ricadute sono così suddivise:
–       In termini diretti, per i pieni di carburante, +420 Euro annui.
–       In termini indiretti, dovuti agli aumenti dovuti soprattutto al maggiore costo per il trasporto delle merci, +348 Euro annui.
Il dato relativo alle ricadute indirette è particolarmente allarmante, in quanto dimostra quanto incidono i prezzi dei carburanti sul tasso di inflazione. Secondo le nostre stime, di questo passo, a fine anno vi sarà un’ulteriore spinta al rialzo del +1,1% sul tasso di inflazione.
Ma mentre le tasche degli automobilisti si svuotano, di pari passo si rimpinguano le casse dello Stato e delle compagnie petrolifere.
Gli aumenti registrati rispetto al 2011 sono pari a +21 centesimi al litro per lo Stato e +14 centesimi al litro per le compagnie.
Ipotizzando lo stesso livello di consumi dei carburanti registrato attualmente, di qui ad un anno, i maggiori introiti saranno pari a:
+ 9 Miliardi e 324 Milioni di Euro annui per lo Stato.
+ 6 Miliardi e 216 Milioni di Euro per le compagnie petrolifere.

È urgente porre fine a questo vero e proprio salasso, disponendo con urgenza:
–    seri controlli e prendendo provvedimenti severi contro le speculazioni sempre presenti nel settore;
–    una decisa modernizzazione dell’intera filiera;
–     l’eliminazione di ogni ostacolo alla completa liberalizzazione del settore;
–    una diminuzione delle accise, come fatto in Francia, di almeno 6 centesimi al litro, che permetterebbe un risparmio di 131 Euro annui per costi diretti ed indiretti.

Contestualmente è necessario avviare un controllo dei flussi finanziari, per fare in modo che  risorse le elargite dalle istituzioni pubbliche per sostenere la fuoriuscita dalla crisi non vengano impiegate per speculazioni finanziarie sulle materie prime.

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