Il codice appalti e la rivoluzione verde della Pubblica Amministrazione

Scelte consapevoli puntano sulla durabilità e responsabilità ambientale

Con l’entrata in vigore del nuovo Codice dei Contratti Pubblici (D.lgs. 36/2023), la Pubblica Amministrazione italiana è chiamata a un cambiamento profondo: non è più sufficiente spendere poco, ora è necessario spendere bene. Il paradigma si sposta da una logica di massimo ribasso a una visione incentrata su qualità, sostenibilità, durata e responsabilità sociale.

In un contesto in cui ogni decisione d’acquisto incide direttamente sulla vita dei cittadini, il nuovo approccio rappresenta una svolta epocale.

Dalla logica del prezzo alla logica del valore

Fino al 2023, l’approccio dominante negli appalti pubblici premiava l’offerta economicamente più vantaggiosa quasi esclusivamente sul criterio del prezzo più basso. Questo ha comportato, nel tempo, l’acquisizione di beni e servizi di qualità discutibile, a bassa durabilità e con costi occulti legati a manutenzioni frequenti, sostituzioni anticipate e impatti ambientali elevati.

Il nuovo Codice sovverte questa impostazione: oggi la valutazione delle offerte deve tenere conto dell’intero ciclo di vita del prodotto, comprendendo costi ambientali, sociali e di smaltimento, oltre alla sua efficienza energetica e manutenibilità.

Green Public Procurement e CAM: da opzione a obbligo

Strumento cardine di questa trasformazione è il Green Public Procurement (GPP), ovvero l’acquisto verde da parte della PA. Già previsto dalla normativa europea e introdotto in Italia dal Codice Appalti del 2016, il GPP diventa oggi elemento strutturale e non più derogabile.

A rafforzare il GPP intervengono i Criteri Ambientali Minimi (CAM), obbligatori per numerose categorie merceologiche, tra cui edilizia, arredi, pulizie, ICT, trasporti e ristorazione collettiva. I CAM impongono specifiche tecniche, clausole contrattuali e criteri premianti che guidano le stazioni appaltanti verso soluzioni a minore impatto ambientale, più durevoli, facili da manutenere e spesso anche economicamente vantaggiose nel lungo periodo.

Durabilità e scelta consapevole: il nuovo volto degli acquisti pubblici

Il Codice stabilisce che le amministrazioni debbano valutare attentamente la durabilità e la qualità dei beni e servizi, considerando:

  • La vita utile del prodotto;
  • La manutenibilità programmata e preventiva;
  • Il contenuto di materiali riciclati e riciclabili;
  • L’efficienza energetica e ambientale;
  • Le certificazioni ambientali (Ecolabel, EMAS, ISO 14001, ecc.);
  • L’impatto sociale e occupazionale della filiera.

In questo senso, ogni gara pubblica diventa una leva strategica di politica ambientale e industriale: acquistare prodotti sostenibili significa anche favorire imprese virtuose, stimolare l’innovazione verde e ridurre i costi ambientali che, in ultima analisi, gravano sulla collettività.

L’inerzia che costa: molte amministrazioni ancora inadempienti

A quasi due anni dall’entrata in vigore del nuovo Codice, molte amministrazioni pubbliche non hanno ancora recepito lo spirito della riforma. Troppo spesso si continua a bandire gare al massimo ribasso, ignorando l’obbligatorietà dei CAM, disattendendo i principi del GPP e trascurando le ricadute ambientali delle scelte d’acquisto.

Questa inerzia normativa e culturale ha un costo elevatissimo: prodotti di scarsa qualità, cicli di vita brevi, maggiore produzione di rifiuti, inefficienza energetica, emissioni climalteranti. E chi paga, alla fine, è sempre il cittadino. Non solo in termini fiscali, ma anche in qualità della vita, salute pubblica e sostenibilità dei territori.

Verso una PA responsabile: la sfida della formazione e del controllo

Per realizzare pienamente la missione del nuovo Codice, serve un’azione coordinata su tre livelli:

  1. Formazione obbligatoria e continua per dirigenti, funzionari e RUP, che devono acquisire competenze specifiche su CAM, GPP e analisi del ciclo di vita;
  2. Rafforzamento dei controlli sugli appalti per garantire il rispetto delle nuove normative ambientali;
  3. Premialità per le amministrazioni virtuose, attraverso meccanismi di rendicontazione ESG e valutazione delle performance ambientali della spesa pubblica.

L’acquisto pubblico è una scelta politica e ambientale

Il nuovo Codice degli Appalti non è solo una norma amministrativa: è una dichiarazione di responsabilità verso l’ambiente, l’economia circolare e le generazioni future. Le amministrazioni pubbliche non possono più limitarsi a “comprare”: devono scegliere con consapevolezza, guidate da criteri di durabilità, efficienza e impatto sociale.

In un mondo sempre più interconnesso, dove le sfide climatiche e ambientali richiedono risposte rapide e concrete, ogni acquisto pubblico può essere una scelta di civiltà.

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