Intelligenza artificiale e sclerosi multipla: la diagnosi diventa precoce grazie ai Big Data

Spoke, il progetto che rivoluziona la medicina predittiva con l’IA e la collaborazione tra Fism e Università della California

L’intelligenza artificiale si conferma alleata strategica nella lotta contro le malattie neurodegenerative. Durante il congresso annuale dell’Associazione Italiana Sclerosi Multipla (Aism) e della sua Fondazione (Fism), è stato presentato Spoke (Scalable Precision Medicine Open Knowledge Engine), un innovativo progetto sviluppato da Sergio Baranzini, genetista e bioinformatico dell’Università della California di San Francisco. L’obiettivo? Sfruttare i Big Data per anticipare l’insorgenza della sclerosi multipla e migliorare significativamente le strategie di diagnosi e trattamento.

Un approccio multidimensionale alla diagnosi

La forza di Spoke risiede nella capacità di integrare informazioni cliniche, genetiche, molecolari, metaboliche e farmacologiche provenienti da oltre 70 database differenti. “Un medico osserva i sintomi clinici e prescrive analisi biochimiche e imaging. Un ricercatore genetico, invece, analizza il DNA del paziente. Stiamo studiando la stessa persona da angolazioni diverse”, spiega Baranzini. “La vera chiave sta nel mettere insieme questi livelli informativi, ed è proprio ciò che Spoke intende fare”.

L’intelligenza artificiale come motore di conoscenza clinica

Il sistema utilizza algoritmi di machine learning per identificare correlazioni nascoste tra migliaia di variabili, trasformando il progetto da semplice piattaforma di ricerca in uno strumento clinico operativo. “Con Spoke, potremmo non solo prevedere l’evoluzione della malattia, ma addirittura formulare diagnosi prima della comparsa dei sintomi evidenti”, continua Baranzini.

Fism, pioniera nella raccolta dei dati

Fondamentale in questo contesto la collaborazione con Fism, che si è distinta a livello internazionale per l’approccio avanzato nella raccolta di dati clinici, grazie all’istituzione precoce dei registri di malattia. “Fism ha avuto una visione lungimirante”, sottolinea Baranzini. “I dati che raccoglie sono esattamente quelli che il nostro laboratorio utilizza per costruire reti di conoscenza e predizione”.

Verso una medicina di precisione sempre più predittiva

Il progetto Spoke rappresenta un punto di svolta nella medicina di precisione applicata alla neurologia. Grazie all’unione tra intelligenza artificiale, Big Data e reti clinico-genomiche, sarà possibile migliorare la qualità di vita dei pazienti, intervenendo in modo personalizzato e tempestivo.

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