Le Ferrovie Russe hanno scelto l’Italia per presentare a livello internazionale fuori dai confini della Federazione Russa il grande progetto euro-asiatico di sviluppo infrastrutturale “Razvitie”.Una scelta significativa sotto molti aspetti
ROMA – E’ un mega progetto integrato di sviluppo da realizzare in 10-20 anni con investimenti stimati in 1,5 trilioni di dollari e la creazione di 12 milioni di nuovi posti di lavoro. Queste sono le cifre che hanno accompagnato la presentazione del progetto Razvitie illustrato a Roma lo scorso 25 giugno da Vladimir Yakunin, presidente delle Ferrovie di Stato russe, da Boris Lapidus, responsabile del settore di ricerca, da Mikahil Baydakov, presidente della banca d’investimento Millenium Bank e da Yury Gromiko, coautore del progetto.
Razvitie si presenta, innanzitutto, come un corridoio multi-infrastrutturale che ha l’obiettivo di collegare con un sistema del tutto nuovo la costa del Pacifico con il Mar Baltico e l’Atlantico. In Oriente coinvolge grandi Paesi come la Cina e il Giappone e in Occidente differenti Stati dell’Unione europea. Attraverserà il continente euro-asiatico e sarà composto da un mix di collegamenti ferroviari, stradali e autostradali, linee elettriche e linee cablate, condotte per il petrolio e il gas, canalizzazioni delle acque. Lungo il suo percorso si ipotizzano parchi tecnologici e nuove città, almeno dieci.
Si riprende la tradizione dei grandi piani che nel secolo scorso promossero l’industrializzazione della Russia e si punta alla ricomposizione del continente euro-asiatico come pacifico soggetto attivo sulla scena mondiale.
E’ però qualcosa di diverso dai tradizionali piani di sviluppo – ha sottolineato Vladimir Yakunin – perché il suo obiettivo non è semplicemente quello di dare un impulso alla crescita dell’economia, ma è quello più interessante e ambizioso di promuovere uno sviluppo solidale tra popoli diversi per civiltà e tradizioni. Si caratterizza per l’uso delle tecnologie più avanzate e per la sperimentazione di un nuovo approccio alle compatibilità ambientali, mirando al miglioramento della qualità della vita delle popolazioni interessate.
I concetti di crescita e di sviluppo non sono sinonimi. Essi fanno riferimento a idee molto diverse, poiché con la crescita si guarda alla misura quantitativa delle merci, dei servizi e della ricchezza scambiati, mentre con lo sviluppo (razvitie) si pensa alla qualità e alla diffusione del progresso e del benessere dei popoli. Questa è l’idea forte che ci piacerebbe attecchisse anche nell’Unione europea.
Con il progetto Razvitie, la Russia intende avanzare una proposta concreta per cambiare i paradigmi economici. In questa ottica, anche il sistema bancario dovrà rispondere alle esigenze dell’economia reale e dare sostegno agli investimenti realmente innovativi a lungo termine.
Razvitie, dunque, come una piattaforma tecnologica, avrà i suoi terminali in Oriente, in Cina e Giappone, con prolungamenti nel Sud-Est asiatico, realtà nelle quali si è già cominciato a costruire un anello di collegamenti ferroviari e di fibre ottiche per potenziare i sistemi comunicativi. Anche in Occidente si prevedono collegamenti con le grandi reti di comunicazione europee.
L’avvio di un simile progetto ovviamente può rappresentare una grande opportunità per il sistema italiano. Soprattutto per quelle imprese che hanno affrontato la sfida dell’innovazione e della modernizzazione e sono in grado di contribuire alla costruzione delle grandi infrastrutture, delle nuove città e dei poli tecnologici previsti lungo il corridoio.
Dall’incontro di Roma – promosso da Eurispes, Isiamed e Millenium Bank – è nato anche un Comitato italiano di coordinamento, di cui gli autori sono tra i promotori, per rappresentare anche le istanze del nostro Paese. E’ una grande occasione di rilevanza strategica che non possiamo perdere.
L’idea, il progetto Razvitie, come sottolineato dagli organizzatori del convegno, può essere un ponte tra popoli e Stati. Attraverso la cooperazione e lo sviluppo economico e sociale si potrebbe dare un contributo al superamento dei crescenti conflitti regionali, a partire dalla questione ucraina.