Qualcuno sarà forse dispiaciuto perché il festival di Cannes 2025 non avrà avuto molti titoli che possano far supporre grandi incassi futuri, ma sarà ricordato per il coraggio di essere stato in controtendenza all’aria che tira nel mondo.
Un’edizione densa di opere sul tema della pace, dei diritti civili, della diversità, dell’antirazzismo, a favore della libertà: principi su cui basa quella democrazia e quella convivenza incruenta che gli ultimi anni sembrano aver messo in discussione.
La Palma d’oro vinta dall’iraniano Jafar Panahi con “It Was Just an Accident “– assegnata dalla giuria presieduta da Juliette Binoche, il cui impegno civile è risaputo, e composta da Halle Berry, Payal Kapadia, Alba Rohrwacher, Leïla Slimani, Dieudo Hamadi, Hong Sangsoo, Carlos Reygadas e Jeremy Strong – sintetizza il senso di Cannes 2025 perché il messaggio del film non è solo all’Iran, ma all’intera comunità.
Quello a Panahi non è esclusivamente un premio politico, è il riconoscimento a un regista che ha saputo esprimere con arte un contenuto etico universale. Panahi aveva già vinto, come pochi altri, il premio più alto, oltre che a Cannes, a Venezia, Berlino e Locarno.
“It was just un accident” uscirà nelle sale francesi il 10 settembre 2025. Racconta di un certo Vahid che crede di aver individuato qualcuno dal cigolio di una protesi. Vahid sospetta sia il sicario del regime iraniano che un tempo lo aveva torturato. Ma come sapere se è davvero il responsabile di tanto dolore a tanti esseri umani?
Il Festival descrive “Il was just un accident” come un ritratto del “popolo iraniano in lotta per la propria libertà”.
Jafar Panahi è il regista più perseguitato dal regime di Tehran. Detenuto fino a febbraio 2022, ha avuto ad aprile 2023 la rimozione del divieto ad uscire dall’Iran che era in vigore da 14 anni. Il passaporto di Panahi era stato confiscato nel 2010.
Dopo l’inizio delle proteste del Movimento Verde, nel 2009, contro la rielezione del presidente Mahmud Ahmadinejad, Panahi fu condannato a sei anni di prigione con l’accusa di “propaganda contro il sistema” a causa del suo sostegno verso il movimento di protesta e a 20 anni di divieto di produzione cinematografica. Adesso che è tornato al suo paese, si spera che il sostegno di Cannes possa essergli utile.
Due i discorsi che hanno coinvolto la platea della 78ma edizione di Cannes e si sono distinti per la loro forza: l’emozionante intervento di Jafar Panahi nel ricevere la Palma d’oro, dove ha sottolineato l’importanza di mettere da parte le divisioni e difendere la libertà, affinché nessuno possa dire a qualcuno come si deve vestire e cosa fare.
E quello di Robert De Niro, all’apertura delle kermesse, contro Trump e contro ogni fascismo.