Immigrazione. Venezia: arrestato Imam e tre siriani

VENEZIA – E’ stato arrestato oggi l’imam di San Donà di Piave,  Ahmad Chaddad, noto per i suoi rapporti con presunti estremisti. Con lui arrestati dalla Digos della questura di Venezia anche tre siriani Hussain Khalouf, Ezou Khalouf e Ahmad Khalouf, accusati con altri 5 indagati (4 siriani e un sandonatese) di associazione per delinquere dedita al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, produzione di falsa documentazione, comportamenti estorsivi nei confronti di connazionali.

L’indagine è iniziata nel 2008 per accertare il possibile collegamento con organizzazioni terroristiche internazionali di siriani. 

Gli arresti sono avvenuti in esecuzione di ordini di custodia cautelare in un’inchiesta su una presunta organizzazione criminale specializzata nel favorire l’ingresso e la permanenza illegale in Italia di extracomunitari provenienti, principalmente, dall’area mediorientale.

L’imam è conosciuto dall’Antiterrorismo italiano per il suo orientamento ideologico radicale e per le sue relazioni con estremisti coinvolti in precedenti indagini sulle reti di istradamento di combattenti verso terre di jihad.

Sono venuti alla luce numerosi casi di stranieri che, pur di entrare in Italia, versavano agli esponenti dell’organizzazione, forti somme di denaro, ottenendo così contratti di lavoro fittizi presso imprese riconducibili agli arrestati. In alcuni casi le vittime di tale meccanismo in realtà già vivevano irregolarmente in Italia. Venivano generalmente costrette a lavorare in nero presso i cantieri gestiti dall’imam e da suo fratello, nonché a subire minacce e violenze qualora non fossero state in grado di pagare la somma pattuita per ottenere la «regolarizzazione». Si sospetta che parte dei proventi di tali traffici illegali siano stati utilizzati per sostenere organizzazioni eversive operanti all’estero.

Uno dei dati emersi dalle indagini della Digos infatti è che circa un milione e mezzo di euro sono stati inviati in Siria dal 2001 al 2006 attraverso due banche italiane. 

In una perquisizione, nel maggio 2011, la polizia ha trovato documenti falsi in bianco, un timbro falso del Comune di San Donà, il documento «Maalim al jihad’ (‘Le caratteristiche del jiad’). Stamane invece sono stati trovati documenti che, ha detto il capo della Digos lagunare Ezio Gaetano “qualificano l’attualità dell’attività illecita”.

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