TORINO – Notte particolarmente agitata quella appena trascorsa in Val di Susa. Un treno carico di scorie nucleari è stato bloccato dai No Tav che si sono mobilitati per ostacolare l’avanzata del convoglio. Il loro tentativo è stato però neutralizzato da un imponente dispositivo di polizia e carabinieri.
Solo a Borgone di Susa quindici attivisti (tredici italiani, un francese e un greco) è riuscito ad occupare i binari, ma dopo qualche minuto è stato convinto ad allontanarsi. Circa duecento, in tutto, sono i No Tav identificati dalle forze dell’ordine e per qualcuno di loro scatteranno le denunce.
Nel corso della nottata ad un certo punto è sembrato che la polizia avesse deciso di sgomberare con una prova di forza il campeggio allestito dai No Tav (una tendopoli che la Digos ritiene sia la base delle scorribande dei militanti) nel territorio di Chiomonte, a poche centinaia di metri del cantiere della ferrovia ad alta velocità Torino-Lione. Il pensiero è balenato nel momento in cui dalle recinzioni sono spuntati una cinquantina di agenti in tenuta antisommossa accompagnati da una ruspa e da un mezzo provvisto di idrante.
Il tam tam del movimento ha lanciato l’allarme e un consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Davide Bono, si è rivolto via twitter ai militanti con il messaggio “Mi raccomando sangue freddo”. In realtà secondo alcune fonti della Questura si è trattato semplicemente di una manovra di reazione contro il tentativo di un gruppetto di No Tav di avvicinarsi al cantiere.
Sempre nella nottata a Bussoleno un treno è invece rimasto bloccato a lungo in stazione. Sul convoglio, oltre ad alcuni pendolari, c’erano 115 attivisti che, partiti da Chiomonte, volevano raggiungere una sessantina di loro compagni radunati in presidio nel paese. Una volta arrivati a destinazione sono stati accolti da un folto gruppo di poliziotti e carabinieri. “Se non hanno lasciato le carrozze – riferiscono in Questura – è perchè hanno deciso così”. Il treno non è ripartito. Per sbloccare la situazione sono stati chiamati due avvocati del Legal Team No Tav e un politico dell’estrema sinistra torinese, ai quali, secondo fonti del movimento, gli agenti hanno giustificato l’intervento con il fatto che molti degli attivisti avessero il volto coperto.
In ogni caso, i No Tav hanno sicuramente centrato l’obiettivo di richiamare l’attenzione su uno dei temi cari all’ambientalismo.
I “treni nucleari” sono i convogli carichi di scorie che, periodicamente, partono da Saluggia (Vercelli) per raggiungere Le Hague, nel Nord-Est della Francia, dove vengono riprocessati.
Gli oppositori ritengono che il transito dei treni sia pericoloso e che le autorità non informino adeguatamente la popolazione dei rischi.