Sciopero scuola, aule deserte. L’istruzione non è in vendita. I VIDEO

ROMA – Oggi aule delle scuole italiane deserte. I sindacati Flc Cgil, uniti a docenti, studente e precari, si sono dati appuntamento nelle principali strade e piazze dello stivale per manifestare contro i tagli alla scuola.

“ I problemi-come si legge nel comunicato diffuso dalla FLc Cgil- sono tanti”. Nel mirino delle proteste ci sono  i tagli a cui starebbe lavorando il ministro Alessandro Profumo. La legge di stabilità, infatti, approvata dall’esecutivo Monti, prevede la decurtazione di un miliardo sulla scuola, da concretizzare aumentando le ore di lavoro dei docenti di medie e superiori per risparmiare sulle supplenze. Secondo indiscrezioni, le ore di lavoro a titolo gratuito, degli insegnanti della scuola secondaria di primo e secondo grado, ammonterebbero a 6.
La nota della Flc Cgil evidenzia che tale disposizione: “ avrebbe come effetto immediato  la cancellazione degli spezzoni orari, delle supplenze temporanee e dei corsi di recupero assorbiti dal nuovo regime orario”.
“Siamo all’accanimento e alla barbarie” denunciano i sindacati. Infatti, facendo due conti,  se la perdita di posti di lavoro ammonterebbe a meno 25000 cattedre per i posti comuni e di meno 4000 se la norma venisse estesa anche agli alunni con disabilità, la perdita in termini economici è di circa un miliardo a carico del comparto scuola. “È una barbarie pensare di fare pagare il conto della crisi sempre e soltanto al lavoro dipendente. È una barbarie licenziare ulteriori 30.000 precari. È una barbarie cancellare i diritti contrattuali”.
“Il Governo- incalza Domenico Pantaleo, segretario generale della Flc- procede senza nessun confronto reale né con i sindacati né con lavoratori né con gli studenti”.  A Roma, in Piazza, contornato da altri sindacalisti, personale docente, studenti, precari, cittadini stremati dalle misure adottate dal Governo Monti ribadisce: “La scuola pubblica è stata massacrata. Noi non ci fermeremo finché non cambierà l’agenda Monti”.  

L’atmosfera che si respirava stamattina nelle 90 città che hanno preso parte allo sciopero era la stessa. Da Milano a Palermo, passando per Torino, Bologna, Firenze e Cagliari, i cortei capeggiati dalle bandiere Flc Cgil sono stati arricchiti da cartelli, fischietti, magliette folcloristiche e striscioni, per dire: “ basta alla svendita della scuola e alla distruzione dell’università”.
I problemi continueranno a prolificare, insistono i sindacati. “Il contratto è bloccato, gli scatti di anzianità sono bloccati, le retribuzioni sono tra le più basse d’Europa.” Ma non è finita qui. “Si chiede ai docenti di lavorare più ore senza compenso. E si scarica sul Fondo di istituto il pagamento di ore eccedenti e sostituzioni di dirigenti scolastici e DSGA che invece dovrebbero essere a carico del MIUR.”

Altro problema sono i concorsi. Anche su questo fronte Flc Cgil non poteva non pronunciarsi: “In questo momento è inutile e costoso. La nuova legge sulle pensioni va cambiata perché blocca il rinnovamento di personale nella scuola e non tiene conto delle sue specificità. Le immissioni in ruolo non coprono tutti i posti vacanti, quindi il precariato non diminuisce”.
A fare da spalla ai sindacati, denunciando in coro i problemi e cercano soluzioni, anche gli studenti che questa mattina non si sono risparmiati in nulla.
Kili di carote hanno accompagnato gli studenti torinesi e romani, che prendendo alla lettera le parole del ministro  Alessandro Profumo: “con gli studenti serve il bastone e la carota”, si sono presentati sotto la sede del Miur provvisti dell’ortaggio arancione. “Le nostre scuole e le nostre università in questi anni- affermano in coro-hanno visto solamente il bastone”. E continuano “della carota presentataci come fosse un regalo, noi non ne abbiamo bisogno. Questi ortaggi glieli riportiamo”. Moltissime le voci, che in coro ribadiscono: “la scuola non è in vendita. Risorse – stop Aprea – diritto allo studio”.

E se “la scuola è alla frutta”, in piazza Nettuno a Bologna, non potevano mancare le mele. Sul tavolo del Governo- dice Francesca Ruocco, segretaria bolognese della Flc- c’è il ddl Aprea, oggi ddl 953, che formalmente autorizza l’ingresso dei privati nella scuola, ma di fatto lo rende obbligatorio visti i buchi impressionanti nei bilanci lasciati dalla riforma Gelmini”. In più, aggiunge il coordinatore della Rete degli studenti di Bologna “il ddl non garantirà più la rappresentanza nelle scuole di studenti e genitori”.
A Firenze impazza lo slogan: “Difendiamo il futuro”. Oltre 2000 gli studenti che in piazza Della Signoria hanno dato vita ad una vera e propria catena umana per dire no al precariato nel mondo della scuola e al concorso voluto dal ministro Profumo, e per chiedere il rinnovo del contratto nazionale del settore.  Di mano in mano sono passate le buste con le richieste da dare al Prefetto e alla Regione. È Alessandro Rapezzi, segretario toscano di Flc-Cgil a spiegare il significato delle buste: “La scuola ha bisogno di funzionare. Deve funzionare per i lavoratori ma anche nell’interesse della nazione stessa. Quello che sta facendo il Governo non è nell’interesse della scuola e dell’Italia.”
A Roma un gruppo di manifestanti romani si è unito per protestare contro le politiche Ue, strappando le bandiere dell’Unione Europea in Via Cavour. Il gesto è stato accompagnato dallo striscione: “Se il Governo fa dell’Europa la sua bandiera. L’Europa chiede una scuola di qualità”.

Ma le proteste, come promesso stamattina dal segretario Pantaleo: “avvieremo con tutti i mezzi una lotta senza quartiere per modificare queste norme ingiuste”, non finiscono qui. Anche le sigle sindacali Cisl e Uil promettono una nuova battaglia. Lunedì prossimo una nuova ondata di personale dell’istruzione scenderà in piazza per manifestare contro il mancato accordo sugli scatti di anzianità del personale.

 

 

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