Caso Scazzi. Sabrina risponde al magistrato, la madre Cosima decide di non parlare

TARANTO – Madre e figlia ancora davanti ai giudici per il processo di Sarah Scazzi.

Le due donne accusate di omicidio hanno adottato due comportamenti differenti: Cosima Misseri, la zia della giovane vittima, si è avvalsa della facoltà di non rispondere mentre la figlia Sabrina ha deciso di rispondere alle domande di pm e difensori. Dopo aver ricostruito l’infanzia di Sarah, che è cresciuta con lei fin da quando aveva sette anni,  Sabrina ha raccontato al pubblico ministero Mariano Buccoliero, i suoi rapporti con Ivano Russo.

Sabrina ha ammesso di aver avuto una amicizia particolare con il giovane, di esserne stata attratta fisicamente ma ha escluso di esserne stata innamorata. Il difensore di Sabrina, professor Franco Coppi in mattinata aveva chiesto di dichiarare inutilizzabili le dichiarazioni di Sabrina Misseri quando fu ascoltata come persona informata sui fatti perché i pm aveva già sospetti nei suoi confronti circa l’omicidio. La Corte ha rigettato l’eccezione perché quando Sabrina fu sentita dagli investigatori il 30 settembre, questi la invitarono a dire la verità avvisandola che poteva incorrere nel reato di false dichiarazioni al magistrato. A quel tempo, ha valutato la corte, non era stato ancora trovato il corpo di Sarah Scazzi e non c’erano sospetti sui familiari circa l’omicidio.

La difesa di Sabrina Misseri, all’inizio dell’udienza,  ha prodotto 49 lettere scritte da Michele Misseri alla figlia e un ulteriore memoriale dello stesso agricoltore. Nelle lettere e nel memoriale Michele Misseri si assume nuovamente la responsabilità del delitto.  Già in una precedente udienza la difesa di Sabrina aveva consegnato alla Corte quattro diari, con lo stesso contenuto, scritti da Michele Misseri.

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