Yara. Spunta una sensitiva: “l’ho vista in Friuli, dentro un fiume”

UDINE – È veramente brutale fare dell’ironia su un caso doloroso come quello della sparizione di Yara Gambirasio.

Abbiamo scritto più volte del dolore e dell’angoscia che si prova di fronte alla sparizione improvvisa di una persona amata, perché è come se la scomparsa portasse con sé un pezzo di noi, che non torna più a colmare il vuoto lasciato nelle viscere.
Nondimeno di fronte a questo vizio, da paese del terzo mondo, di cercare risposte a fatti concreti nella metafisica, vale a dire fuori dalla realtà, c’è da rimanere allibiti. Anche perché giocare sulla pelle delle persone che stanno soffrendo ci sembra veramente una cattiveria.

Secondo quanto battuto oggi dalle agenzie, una di queste persone, chiamate ‘sensitive’, avrebbe ‘visto’ il corpo di Yara morta, distesa in un corso d’acqua non specificato. Le indicazioni geografiche della sensitiva hanno portato gli inquirenti, che incredibilmente ancora danno retta a queste stupidaggini, nel Friuli, a Viaso, una frazione di Socchieve. I carabinieri di Ampezzo, hanno setacciato per due giorni  i vari ruscelli e la boscaglia della zona, senza alcun esito. Le ricerche sono state coadiuvate dal Soccorso Alpino di Tolmezzo e da alcune unità cinofile appartenenti al Nucleo carabinieri di Torreglia (Padova). “Non è stato trovato nulla che abbia a che fare con la ragazza – è stato riferito – neppure un oggetto”.
Anche nel caso Moro un veggente indicò, metafisicamente, il lago di Duchessa come il luogo dove era stato portato il corpo del senatore. Anche quella volta la verità era da un’altra parte. Ma, a quanto pare, la storia non insegna nulla. Forse sarebbe ora di chiamare le cose con il proprio nome e dire che, se, in mancanza di percezione, una persona afferma di aver visto qualcosa che non c’è, è il caso di chiamare il 118, perché si tratta di un caso psichiatrico chiamato schizofrenia.

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