Lega Nord. Ronde anti rom in ospedale Bologna

BOLOGNA – Ronde ‘anti-rom’ della Lega Nord all’ospedale Maggiore di Bologna. Questa mattina all’alba, un gruppo di militanti del Carroccio, con tanto di volantini e bandiere di partito, si è presentato all’interno
dell’ospedale.

I legisti hanno denunciato una situazione «di degrado» con «furti ai pazienti nei reparti» e operatori sanitari «esasperati» per la presenza di nomadi che vengono a «svernare» nella struttura sanitaria. E hanno chiesto alla Azienda Usl di attivarsi per aumentare la sicurezza dentro alla struttura sanitaria.

In merito alle informazioni raccolte durante il sopralluogo, il consigliere regionale della Lega Nord, Manes Bernardini, insieme ai colleghi di partito Francesca Scarano (vice presidente del consiglio comunale) ed Alessandro Marzocchi (capogruppo in Provincia) hanno incontrato, in tarda mattinata, il Questore ed il Prefetto di Bologna. «Al di là dell’ottimo aiuto che possono dare le forze di polizia – ha spiegato Bernardini al termine dell’incontro – occorre che l’Ausl metta in campo le forze necessarie per debellare un fenomeno ormai cronico all’interno dell’ospedale Maggiore. Abbiamo solo verificato una situazione che ci era stata denunciata da tantissimi operatori sanitari. Una situazione – ha continuato l’esponente del Carroccio – di completo degrado con un’esasperazione da parte del personale sanitario e degli stessi pazienti: furti dentro ai reparti e spazi che dovrebbero avere un decoro sanitario vengono lasciati alla balia di balordi che vivono questi ambienti come se fossero un grande accampamento di nomadi». Il consigliere regionale punta il dito contro l’Azienda Usl. «Questura e Prefettura – ha sottolineato – hanno ben chiaro il problema. Abbiamo sollecitato un maggiore presidio e attenzione sulla struttura del Maggiore e delle zone limitrofe come i prati di Caprara. Il passo successivo è mettere di fronte alle proprie responsabilità anche l’Ausl. Alle forze dell’ordine – ha continuato Bernardini – non si può chiedere la luna ma l’Azienda sanitaria, invece di spendere milioni di euro per gli
stipendi di dirigenti pubblici, può spendere di più per vigilantes in modo che – ha concluso – l’ospedale rimanga un luogo per i malati e i dottori e non un posto dove vanno i rom e gli zingari a svernare».

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