Femminicidio. La politica agisca con più incisività

ROMA –  La storia di Giuseppina Di Fraia è l’ultima di una lunga serie di episodi di violenza contro le donne. Lei si è spenta oggi in ospedale, dopo tre giorni di agonia, dopo essere stata investita, picchiata e data alle fiamme dal marito, adesso accusato di omicidio.

Ma non è solo omicidio. E’ femminicidio. Nel 2013, appena cominciato, è già l’ottavo caso nel nostro Paese. Ed il nome di Giuseppina Di Fraia si aggiunge a questo angosciante elenco il 14 febbraio, giorno del One Billion Raising, la mobilitazione mondiale contro la violenza sulle donne. Un problema che andrebbe affrontato con più incisività, anche dalla politica.
Invece, ai gravi fatti di cronaca seguono misure che sembrerebbero andare nella direzione opposta, come il taglio dei fondi destinati a case rifugio e centri per l’ascolto. Inoltre, bisogna considerare che anche le difficoltà a trovare lavoro possono indurre le donne a rimanere in casa anche quando c’è la violenza. Oggi, in Italia, infatti, solo il 52% delle persone di sesso femminile ha un’occupazione o la cerca. Infine, c’è anche l’aspetto culturale. L’immagine della donna negli ultimi venti anni, anche attraverso l’azione dei media e della pubblicità, è stata violata. L’uso del suo corpo per veicolare qualsiasi prodotto commerciale l’ha resa oggetto. E con un oggetto si fa ciò che si vuole. Da qui alla violenza il passo è breve.

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