Lecce. Guardia carceraria si impicca. Era a pochi mesi dalla pensione

LECCE – Si è appiccato alla traversa della porta del campo da calcetto che stava perlustrando durante i giri di controllo della struttura carceraria dove lavorava. E’ la drammatica storia che ci arriva dal Lecce, ed in particolare dalla struttura carceraria Monteroni, una struttura che ospita minori disagiati.

Il tutto è avvenuto lo scorso martedì, intorno alle 17,30. A fare il tragico ritrovamento del corpo un collega del suicida, che si era insospettito della prolungata assenza del compagno. Inutili i soccorsi. L’uomo era già morto.

 

La vittima è Salvatore Ippolito, 54 anni, originario di Novoli, non lontano dal luogo della tragedia. Non sono chiari motivi del suicidio. Ippolito era infatti vicino alla pensione. Pochi mesi e avrebbe lasciato il lavoro definitivamente. Ma non ce l’ha fatta. Troppo il peso dei “dissensi con persone all’esterno della famiglia”. Almeno questo è il motivo scritto di pugno dall’uomo ai suoi due figli. Un movente su cui sta indagando la magistratura.

 

“Una ennesima inspiegabile, inaudita tragedia” è stato il commento di Domenico Mastrulli, segretario generale del Coordinamento sindacale penitenziario. “ I suicidi tra le forze di polizia sono in netto aumento. Tra gli agenti di polizia penitenziaria si sono registrati 68 suicidi negli ultimi dieci anni, di cui quattro nei primi quattro mesi del 2008. Intervengano lo Stato e le amministrazioni -è l’appello di Mastrulli- affinché tale fenomeno possa arginarsi al più presto”.

 

Solo per dare alcuni numeri: il problema del sovraffollamento delle carceri, è un problema reale e drammatico al tempo stesso, visto che conta 65.831 detenuti in 47.045 posti regolamentati. Ma va detto che la connessione tra questo fenomeno presente in tutta Italia e un drammatico epilogo come quello che ha scosso il carcere minorile di Monteroni, ultimo di un trend che sta coinvolgendo carcerati in tutta Italia e guardie carcerarie è da ricercare, come dicono gli esperti, in problemi nella sfera intima e personale delle vittime. E’ di questo avviso anche Eugenio Sarno, segretario generale del sindacato Uilpa penitenziari, che auspica che “non si strumentalizzi la tragedia. Benchè ogni suicidio celi sempre motivazioni non sempre indagabili, abbiamo ragione di credere che in questo caso la professione e l’ambiente lavorativo siano da escludere tra le cause scatenanti dell’estremo gesto”. 

Condividi sui social

Articoli correlati