Regione Lazio. Fiorito condannato con rito abbreviato a 3 anni e 4 mesi

ROMA  – Tre anni e quattro mesi di reclusione. Questa la pena inflitta con rito abbreviato nei confronti dell’ex capogruppo Pdl alla Pisana Franco Fiorito dal gup Rosalba Liso. Il politico era accusato di peculato per essersi appropriato di oltre un milione di euro destinato al partito per la gestione dei fondi regionali. 

Il gup ha inoltre disposto per Fiorito l’interdizione per cinque anni dai pubblici uffici. Il giudice ha poi accolto le richieste di patteggiamento avanzate dagli ex collaboratori di Fiorito,Bruno Galassi e Pierluigi Boschi: 1 anno e 5 mesi di reclusione al primo, 1anno e 2 mesi al secondo.
Il pm Alberto Pioletti aveva sollecitato in sede di requisitoria per Fiorito una condanna a cinque anni di reclusione e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Il 18 aprile scorso l’ex capogruppo Pdl alla Pisana ha raggiunto un’intesa con la Corte dei Conti per la restituzione di un milione e 90mila euro. La Procura ritiene che il politico abbia dirottato su alcuni conti, in Italia e all’estero, fondi destinati al gruppo del Pdl. Stando a quanto sostenuto in quell’occasione dall’avvocato Carlo Taormina, difensore di Fiorito con il penalista Enrico Pavia, il milione che verrà restituito alle casse della Regione riguarda i «550mila euro già sbloccati dal gup,200mila in contanti e il resto da beni immobili dati in garanzia». Nell’ambito di questa vicenda l’ex capogruppo era finito in carcere il due ottobre 2012. Il 27 dicembre successivo lo stesso gup aveva disposto laconcessione degli arresti domiciliari nella sua abitazione ad Anagni. Dal 28marzo, infine, è tornato libero.

Di sicuro Franco Fiorito non andrà più in carcere. Avendo scontato quasi sei mesi di carcerazione preventiva, accederebbe ai servizi sociali se la sentenza dovesse diventare definitiva.  Intanto, il suo difensore, l’avvocato Carlo Taormina, è convinto di avere altre carte da giocare: «La sentenza non è corretta tecnicamente perchè sulla base della giurisprudenza attuale i fatti contestati non rientrano nella fattispecie del peculato».
«Un primo obiettivo, comunque, l’abbiamo raggiunto – ha aggiunto il penalista -: quello di trattare questa vicenda come qualsiasi altra perchè l’intenzione dell’accusa era quella di trasformare Fiorito in un capro espiatorio. Per quanto riguarda coloro che si trovano in condizioni ben peggiori – ha proseguito il penalista, riferendosi alla posizione di altri ex consiglieri regionali chiamati in causa dallo stesso Fiorito per le ‘spese pazzè alla Pisana – nulla si vede ancora all’orizzonte».

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