Il figlio del cantante dei Ricchi e Poveri fu ucciso da un mix di droga e alcol

GENOVA – Fu mix di eroina e alcol a stroncare la giovane vita di Alessio Gatti, il figlio 23enne del cantante dei Ricchi e Poveri Franco Gatti.

È questa la conclusione a cui sono giunti i consulenti incaricati dal pm Cristina Camaiori della procura di Genova (Francesco Ventura e Cristina Stramesi) dopo mesi di lavoro per spiegare quella morte per infarto consumatasi a «Villa Novascone» la notte del 12 febbraio scorso. Alessio era solo in casa, era stramazzato al suolo davanti al tavolo del soggiorno. Davanti a lui psicofarmaci, una bottiglia di vodka, resti di polvere bianca che è risultata essere eroina. Nella relazione i tecnici parlano di una «prima assunzione».

Fatale dunque la scelta del ragazzo di provare quella droga che tante vittime ha mietuto negli anni. La notizia, riportata in anteprima dal quotidiano genovese «Il Secolo XIX», è stata confermata dal procuratore di Genova Michele Di Lecce. Il padre del giovane, che si era prodigato nel dire che suo figlio avesse dei problemi ma non fosse un tossicodipendente, ha trovato una conferma delle sue certezze ed oggi dice: «Ero certo che non avremmo scoperto nostro figlio tossicodipendente . Non c’è niente che mi consoli, se non che in tanti ci sono rimasti vicini per mesi senza trarre conclusioni affrettate».

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